Il rumore di fondo della destra italiana

di Domenico Pizzuti sj



In alcuni studi sociologici degli anni ottanta (Federico D’Agostino, 1984, 1997) sul piano analitico in una prospettiva simbolico-culturale delle dinamiche culturali e religiose delle regioni del Mezzogiorno si è fatto riferimento al “ground bass” o "motivo di fondo" della religiosità del Mezzogiorno, un "basso continuo religioso" tematizzato per una società tradizionale in trasformazione ma da adeguare non solo sul piano economico ma anche per quanto riguarda i comportamenti collettivi soggetti agli influssi consumistici e mediatici. Si tratta di comunità in transizione in una società post-tradizionale.

Può essere utile sul piano analitico e della comprensione di movimenti sociali e politici e dei loro leader che accompagnano l’agone politico del nostro paese, per non essere catturati dal folklore del circo mediatico di alcuni leader di destra anche estrema senza interrogarsi a sufficienza dei messaggi di cui sono portatori e propagandisti in rappresentanza di movimenti e dei loro presunti seguaci ed elettori. Il "motivo di fondo" o il “ground bass” di cui sopra può, non nel senso di sonorità fisica ma rumore di fondo nella normale dinamica politica, può essere applicato anche a Matteo Salvini presidente della Lega ed a Giorgia Meloni per la formazione di destra estrema “Fratelli d’Italia” per decifrare i loro messaggi e progetti nel rumore di fondo della loro propaganda elettorale permanente in Parlamento e nelle piazze e strade per evitare di accomunarli ai partiti e movimenti democratici in competizione nel Parlamento e nel paese in un indistinto acritico del circo mediatico.

Per quanto riguarda il “rumore di fondo” del leader della Legga Mateo Salvini con la sua voce tonante quotidianamente sui problemi del paese, riteniamo indicativa e sconcertante l’affermazione che campeggia nei manifesti elettorali di Salvini “prima gli italiani”, che hanno avuto triste esplicitazione nei “Decreti sicurezza” del governo giallo-verde che accomunava il fenomeno migratorio a problemi di ordine pubblico, successivamente emendato dall’attuale governo. A nostro avviso, accanto a questa chiusura identitaria che sa di sovranismo, è rilevante l’atteggiamento ambiguo nei confronti delle Istituzioni europee con critiche costanti alle burocrazie europee e qualche sguardo di troppo al regime della Federazione russa. E’ collocazione europea che non ne fa un leader europeo come Draghi. 

Per quanto riguarda la Presidente del partito “Fratelli d’Italia”, vociante in Parlamento da una posizione di unica opposizione all’attuale governo, avendone trattato già in altre riflessioni, a nostro avviso, il suo “rumore di fondo” è dato dall’ ossessione per la conquista di Palazzo Chigi che spetta agli elettori ed al Presidente della Repubblica in seguito ai risultati alle elezioni politiche, che alla lunga risulta stucchevole. Insieme al nazionalismo sovranista con appiattimento per convenienze tattiche su un atlantismo americano nel conflitto in corso in Ucraina per l’aggressione delle Armate russe di Putin, non si può dimenticare l’estremismo furioso dei si e no alla cultura occidentale che non fa bene alla politica ed al personaggio che come è stato rilevato guarda solo al suo ruolo, o meglio progetto personale di affermazione. Certo non a “Insieme” nella lotta politica. In ogni caso come richiesto da osservatoti, è necessario un programma politico che chiarisca che cosa si intende fare per lo sviluppo e la crescita moderna del paese in un ipotetico governo presieduta dalla Giorgia che non è per decreto divino una “unta del Signore”.

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