Strategie di pace, vere e finte

di Domenico Pizzuti sj

In seguito alla rinuncia di Matteo Salvini al discusso viaggio in Russia per proposte di pace nel conflitto in Ucraina per la barbara aggressione da parte della Federazione Russa all’Ucraina, decisa insieme ai vertici della Lega in un confronto con il governo, acquistano rilievo e richiedono maggiore attenzione dalla stessa opinione pubblica e dai media le strategie istituzionali per la risoluzione del conflitto in Ucraina da parte sia del Presidente Sergio Mattarella. 

Il quale esprime un autentico “magistero” secondo la Costituzione (il ripudio della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti e garantire la sicurezza internazionale), sia gli interventi in sede europea per un immediato cessate il fuoco fra le parti, e l’avvio di trattative negoziali pur continuando a sostenere Kiev e presso il Presidente Putin da parte del Presidente Draghi, ed il piano di pace presentato in quattro mosse: 
1. Cessate il fuoco tra le parti;
2. Neutralità e Unione europea;
3. Autonomia delle zone contese 
4. Garanzia della sicurezza in Europa
presentato all’Onu dal Ministro degli esteri Luigi di Maio ancora oggetto di valutazioni in sede internazionale.

Un’autentica “lezione” è il documentato intervento del Presidente della Repubblica Mattarella all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo il 27 aprile scorso sulle relazioni internazionali evocando lo spirito del multilateralismo che caratterizzò gli anni del secondo dopoguerra perché la collaborazione riduce la contrapposizione , contrasta la conflittualità, aumentando la composizione positiva delle vertenze. Per riprendere il cammino faticoso verso la pace e la sicurezza nel conflitto in corso Mattarella indica alcuni passi ed un modello come quello di Helsinki 1975.
"Distensione: per interrompere le ostilità.
Ripudio della guerra: per tornare allo statu quo ante. Coesistenza pacifica, tra i popoli e tra gli Stati.
Democrazia – come ci insegna il prezioso lavoro della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa – come condizione per il rispetto della dignità di ciascuno.
Infine, Helsinki e non Jalta: dialogo, non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali.
Prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull’esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di sviluppi positivi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa". 

Mattarella ha ripreso e caratterizzato questo insegnamento nel discorso agli ambasciatori il 1 giugno 2022: "Trovarsi nel continente europeo, nuovamente immersi in una guerra di stampo ottocentesco, che sta generando morte e distruzione, richiama immediatamente alle responsabilità la Repubblica italiana è convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dalla conflittualità che portino al ritiro delle truppe occupanti ed alla ricostruzione dell’Ucraina". 

Avverte conclusivamente Mattarella che la pace non si impone automaticamente ma è frutto della volontà degli uomini.
E’ chiara la strategia di pace delle nostre istituzioni, di fronte alle pasticciate e farlocche missioni di Salvini, che forse merita solo un sonoro vaffa… o pernacchia napoletana.

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