Elezioni, corsa al potere o al servizio?

di Domenico Pizzuti sj



Giorgia Meloni ritorna come un ritornello ossessionante sul fatto che una donna President del Consiglio dei ministri, con la precisazione che si tratta del nostro paese, significherebbe rompere un tabù che penalizza le donne e produce il gender gap e via dicendo Tutto questo a suo vantaggio personale perché riguarda solo lei con alle spalle il partito Fratelli d’Italia di provenienza laziale in ambienti di destra fascistoidi. Per non so quale ragione o strategia comunicativa, o interessi di poteri forti o meno forti, questa richiesta della Meloni ha riguardato solo lei a livello comunicativo e politico, come un ariete di sfondamento del c.d. “Tetto di cristallo” delle istituzioni di governo, quando altri partiti politici come è noto hanno da scegliere e proporre tante donne qualificate e la stessa società civile nelle sue articolazioni. Questo dato denota un’eccezione o un ritardo culturale del Paese, ma anche un deficit di conoscenza e di informazioni da parte dei media sui numerosi paesi del Nord e dell’Est europeo presiedute da donne, compresa la Scozia.

Tuttavia per una sorta di inerzia, o tacito compromesso per vedere forse come va a finire, i partiti politici anche di sinistra hanno lasciato sul campo mediatico e politico la sola Meloni con la sua aspirazione a rivestire il ruolo di premier in un ipotetico governo di centrodestra, non perché una donna parvenu nel campo del potere, limitandosi da parte di alcuni gruppi politici a sostenere quella di Mario Draghi in continuità con la sua governance apprezzata a livello internazionale, perchè adeguato a rispondere alle sfide del contesto internazionale con il conflitto in corso in Ucraina oggetto di aggressione delle armate della Federazione russa, ed a quelle economiche e sociali del nostro paese. Mentre al di là del chiasso mediatico sulla Meloni che si sbraccia sulle pedane dei comizi di piazza come una ballerina, si può legittimamente dubitare per più ragioni sulla adeguatezza a tale incarico di governo che vuole solo per se perchè rigetta governi arcobaleno. Una donna sola al comando?

Perchè secondo il cofondatore di Fdi con la Meloni Crosetto, che sembra un mentore della Meloni, non sarà sola ma si avvarrà delle energie migliori del paese, che non siano solo quei quattro vecchi, autorevoli. maschi candidati da FdI come espressione culturale della destra. Il nuovo re d’Inghilterra Carlo III nel suo discorso alle Camere riunite ha assicurato fedeltà al modello costituzionale del suo regno sull’esempio di sua madre la regina Elisabetta, ci siamo chiesti nell’ipotesi di un incarico alla Meloni come premier, giurerà fedeltà alla Costituzione repubblicana mentre prepara riforme non lievi alla stessa Costituzione a partire dal Presidenzialismo o semi-presidenzialismo che dir si voglia. Così pure rispetto al sistema bicamerale con il potere legislativo parte fondamentale di un sistema democratico - secondo il nuovo re dell’Inghilterra Carlo III il Parlamento è lo spirito vitale della democrazia, - che va rafforzato nel nostro paese, che cosa ne pensa la Meloni rispetto alla divisione dei poteri in riferimento alle esperienze dei governi autoritari e illiberali di paese dell’Est Europa.

In attesa dei risultati del voto del 25 settembre ormai vicino, non si può tacere sul carattere eccessivamente personalistico della corsa della Meloni per il seggio a Palazzo Chigi e sulla ribadita presunzione ad essere adeguata a governare l’Italia, e su una concezione del potere per il potere perché conferisce prestigio, visibilità, pubblicità, che lascia trasparire una sorta di riscatto di privazioni della sua vita, ma a nostro avviso meno un ruolo, un incarico di servizio alla collettività per il bene comune.

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