I barbari in Parlamento

di Domenico Pizzuti sj

Dopo l’elezione dei Presidenti di Senato e Camera dei deputati da parte della maggioranza uscita dalle urne del 25 settembre, con candidati presentati alla votazione Ignazio La Russa al Senato da parte di Fratelli d’Italia e Lorenzo Fontana della Lega da parte di Matteo Salvini, giovedì 13 ottobre con il consenso e la regia della “beata” Giorgia Meloni si evidenzia la natura politica e culturale di questa maggioranza che ha eletto i due Presidenti di Senato e Camera, anche se come è noto non sono la maggioranza del paese. 

Al di là del curriculum politico o meglio partitico discutibile dei due Presidenti, emerso anche con uno striscione su Lorenzo Fontana nel corso delle delle votazioni nella Camera dei deputati: “No ad un presidente omofobo e pro Putin” che esprimeva una valutazione negativa da parte di gruppi dell’opposizione che votava altri candidati, considerando come Letta questa proposta uno sfregio al paese.Infatti non si tratta di scelte innocenti, perchè chiaramente evidenziano in questa partita elettorale un “criterio identitario” certo legittimo con la presentazione di appartenenti alla propria parte politica per questi incarichi apicali delle istituzioni rappresentative del paese, e quindi settario per la non ricerca di candidature di ampio consenso ed anche di alto profilo per questi incarichi di presidenza delle due Camere non solo nel Parlamento. Questo criterio identitario è preoccupante anche per la individuazione della squadra di ministri e per le future scelte di governo che si proclamano responsabili e rispettose di maggioranza e minoranza. Si tratta di capire che cosa si è voluto marcare con queste scelte, al di là dell’esibizione del potere di una maggioranza giunta personalmente e collettivamente con i rispettivi partiti al governo del paese.

Le dure reazioni negative all’elezione dei due Presidenti da parte non solo delle opposizioni in Parlamento ma di settori dell’opinione pubblica che non vede del nuovo o discontinuità in questi comportamenti non di alto profilo per il prevalere di criteri particolaristici se non settari, mettono in evidenza la diversità ed estraneità ad una cultura moderna democratica e progressista che preoccupa. Dopo l’elezione discussa dei due Presidenti, guardandoli in faccia ed alle loro storie personali, alcuni sconcertati sono sbottati: “Sono arrivati i barbari in Parlamento”, nel senso etimologico di lingua estranea incomprensibile, di costumi diversi e concezioni e generi di vita altri che denunziano un ritardo se non regresso culturale nel cammino della modernità anche con un chiuso nazionalismo sovranista per difesa e protezione di comunità territoriali del paese.

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