La prima donna, tra sovranismo e identità

di Domenico Pizzuti sj

Un picchetto d’onore ha salutato come una presidentessa Giorgia Meloni all’uscita dal Quirinale dopo il giuramento con i ministri del suo governo, dopo aver ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo, in attesa di ricevere domani le consegne dal Presidente Draghi. Che la Meloni sia la prima donna premier in Italia è certo un fatto storico e non solo un incarico istituzionale perseguito personalmente e con il partito Fratelli d’Italia fondato dalla Meloni il 28 dicembre 2012 con Ignazio La Russa e Guido Crosetto, ed a questa donna determinata non si negano gli auguri per questa responsabilità di governo che è chiamata ad assolvere per il bene e la crescita del nostro paese. Anche se abbiamo l’impressione che si deve ulteriormente guadagnare il consenso dei cittadini, perché FdI ha ricevuto il 26% dei consensi degli elettori nelle votazioni del 25 settembre scorso, e con la coalizione di centro destra il 40,4% dei voti, con un 36% dei cittadini che si è astenuto.

Nella composizione del governo che ha giurato oggi su 24 ministri 11 hanno fatto parte del Berlusconi quater e non nuovi a questo incarico, anche se bisogna riconoscere che un nuovo gruppo politico o coalizione accede alle responsabilità di governo dando vita al primo governo per la destra italiana ed esprimendo il primo presidente donna della storia italiana.
Note sono le ascendenze politiche di alcuni di questi personaggi dalla stessa Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Urso e così via che sono passati dal Movimento sociale italiano con Almirante, e poi Alleanza nazionale con Fini, in seguito fusosi con il Polo delle libertà di Berlusconi e Fini. La Meloni però nel 2012 con Fratelli d’Italia affermava che “si metteva in proprio” rispetto a Berlusconi e perseguiva un suo progetto. Quindi si può chiaramente individuare l’ascendenza politica di alcuni personaggi e del filone in cui si inserisce il partito Fratelli d’Italia che appartiene a quello di “conservazione nazionale” e di destra post-fascista. 

Il Governo di Giorgia Meloni è un governo chiaramente di destra conservatore nei suoi rappresentanti, ispirazione e programmi. Un indicatore di questa connotazione si evince dalla modificazione dei titoli di alcuni ministeri: Agricoltura e sovranità alimentare, istruzione e merito, Famiglia, natalità e pari opportunità. Dichiara in proposito il ministro per i Rapporti con il Parlamento di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani, ringraziando gli italiani. «Abbiamo iniziato a scrivere una pagina nuova e importante della nostra Nazione, dove l'istruzione dovrà coniugarsi con il merito, la tutela della famiglia con il sostegno alla natalità, e la difesa delle nostre imprese non potrà non avvenire partendo dalle nostre eccellenze che tutto il mondo ci invidia. Lo avevamo detto in campagna elettorale: noi siamo pronti». Una chiave interpretativa di questi cambiamenti dei titoli di alcuni ministeri si può trovare nel Titolo a caratteri cubitali di pagina 1 di “Avvenire”: SOVRANISMO IDENTITA’.

L’affermazione di Gloria Meloni dal quartiere romano della Garbatella a Palazzo Chigi nel 2022 non solo nei partiti e circoli della destra post-fascista, al di là della determinazione della stessa nel perseguire una meta, a nostro avviso, si può ragionevolmente ritenersi frutto di un progetto di affermazione politica non solo personale ma con il sostegno di gruppi coperti interessati all’ l’instaurazione di un governo conservatore o di destra in Italia. Senza togliere i meriti alla Meloni ed alla sua gridata propaganda nelle piazze e nei media che l’hanno favorito, che ha riscosso in tutto il Paese il consenso elettorale di una minoranza di cittadini che con gli alleati La lega e Forza Italia ha costituito una coalizione risultante vincente alle elezioni politiche del settembre scorso.

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