Quando Meloni alza la Vox

di Domenico Pizzuti sj

Giorgia Meloni ha indirizzato un videomessaggio al raduno del movimento di estrema destra Vox in Spagna, dopo l’intervento di quattro mesi or sono in loco, molto discusso, dimostrando comunanza di idee e obiettivi cioè chiaramente di far parte di questo fronte di destra estrema in Europa. Ha parlato soprattutto di Europa e del ruolo che dovrebbero avere i partiti di destra e della sfida che probabilmente l’attende alla guida di un governo di centro destra dopo i risultati delle votazioni del 25 settembre, di cui sta facendo le prove come premier per dirla in napoletano “in sospeso” come il caffè ma ben salda sulla rossa poltrona di comando tutta compresa di sè - come un funzionario al primo accesso alla sua poltrona di lavoro - nella difficile preparazione della squadra di governo con gli alleati del centrodestra per trovare la quadra come si dice giornalisticamente.

Seconda la Giorgia, scoppiettando di soddisfazione in questo nuovo passaggio non ancora a Palazzo Chigi, l’obiettivo del governo in formazione è di tradurre le idee della destra estrema in politiche concrete secondo le sue stesse affermazioni: "Nei prossimi giorni trasformeremo queste idee in politiche concrete di governo come già stanno facendo i nostri amici della Repubblica Ceca, Polonia, come spero presto faranno i nostri amici svedesi, come continueranno a fare i nostri amici lettoni, e come spero che accada entro il prossimo anno a Vox" ha detto Giorgia Meloni. Non siamo mostri, la gente lo capisce. Viva Vox, Viva Italia, vIva Spagna, viva l'Europa dei patrioti" ha concluso la leader di Fratelli d’Italia (Ansa, 10 ottobre). Al di là di un atteggiamento posato e tranquillizzante per assicurare affidabilità, ci sembra che l’orizzonte politico è manifesto anche se poi deve condividere il futuro governo ed il suo programma con gli alleati della Lega e di Forza Italia. Quindi un governo di destra se non di destra estrema - o se si vuole in tutti i casi “conservatore” - che deve fare i conti con le diverse sfide economiche, sociali, culturali del paese e con quelle internazionali per il conflitto in Ucraina per cui non sembra si sia spesa molto.

E’ necessaria un precisazione non solo di uso dell’espressione “L’Europa dei patrioti” perché riguarda la stessa concezione a fondazione dell’Unione europea che è un’unione di Stati e non di nazioni secondo una concezione nazionalista condivisa da da formazioni di destra che porta poi a parlare come già da noi segnalato di difesa di interessi nazionali in Europa nel consesso con altri Stati da parte del nostro paese. Di conseguenza di “cittadini” dei diversi Stati secondo i portati culturali e politici della settecentesca Rivoluzione francese e non “patrioti” di una nazione a cui si appartiene senza distinzioni sociali e si è chiamati a difendere.

Le intenzioni così espresse non solo con questo messaggio che mostra inoltre una comunanza di idee ed obiettivi con stati ben noti di stampo autoritario dell’Est europeo per inosservanze dello stato di diritto non possono passare sotto silenzio per non lasciarci affascinare da una premier anche se prima donna a Palazzo Chigi. Non vorremmo che il rotolo della storia volga all’indietro non solo per i pericoli alla vita stessa dell’Umanità ma per i valori di libertà, democrazia, e solidarietà della nostra Repubblica.

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