Governance e propaganda

di Domenico Pizzuti sj

Il governo attuale è risultato dalle votazioni del 25 settembre grazie al consenso di una parte del paese, che non sono tutti gli italiani evocati dai nuovi gruppi politici al governo per legittimarsi. Nei leader della coalizione di centrodestra divenuti governanti, un aspetto appare rilevante in continuità alla loro attività passata volta alla propaganda nelle piazze e nei media per acquisire consenso nel paese, e fondatamente si può affermare che la loro “specializzazione” nella comunicazione in un governo definito di “alto profilo” nell’insieme e nei suoi componenti è e rimane la propaganda ora delle misure e dei propositi del governo. Fino a che punto per i “nuovi” al governo sia avvenuta la trasformazione nella statura istituzionale dei ruoli di governo, più riuscita forse al di là di ogni simpatia o meno verso Giorgia Meloni come Presidente del Consiglio dei Ministri, è da verificare nelle prossime scelte di governo per il Paese che interessano tutti al di là delle propensioni politiche espresse nel recente voto.

Un fatto storico da riconoscere al di là della neutralità di genere delle funzioni di governo è certo "il Signor Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni", la Presidenza del Consiglio dei Ministri da parte di una donna proveniente dalle file di partiti post-fascisti e dal partito dei Fratelli d’Italia che ha fondato insieme a La Russa e Crosetto nel 2012 , dall’enciclopedia virtuale Wikipedia denominato “Partito dei Conservatori e dei Riformisti europei (ECR)”, che sotto il profilo ideologico “promuove la sovranità nazionale, la democrazia parlamentare e diffonde i valori della tradizione nazionale, liberale e popolare del continente”.

Certo il nazionalismo del Presidente Giorgia Melone appare chiaro dal lessico politico nel riferimento alla Nazione ed a certe impostazioni nazionalistiche che traspaiono, come abbiamo evidenziato in precedente intervento, dall’intestazione modificata di alcuni Ministeri del governo di centrodestra, senza indulgere da parte nostre a sterili controversie di linguaggio politico e sull’insistenza sulla difesa ab intra ed extra dei c.d. “interessi nazionali”. Anche le propagandata difesa dei confini, specialmente da parte di Matteo Salvini, e delle coste dagli sbarchi di migranti, hanno certo un colore nazionalistico con una chiusura nei propri confini da evocate invasioni di migranti, quando già alla data attuale cinque milioni di stranieri ed extracomunitari risiedono nel nostro paese ed hanno dato un contributo alla vita ed alle attività economiche e sociali del nostro paese. E’ uno stanco e fuori tempo ritornello che fa trasparire il vuoto di altri argomenti per acquisire consenso da parte dei cittadini (poco acculturati) delle pianure lombarde e venete del Nord del paese.

Nei primi propositi e provvedimenti per rispondere ai problemi concreti delle nostre popolazioni si evidenzia un tentativo di mettere ordine per esempio con provvedimenti restrittivi di benefici carcerari per la materia riguardante la giustizia, la conferma del carcere ostativo, interventi per garantire la sicurezza con blitz, sgomberi, sequestri, provvedimenti per aprire alla normalità di vita in maniera incauta nei riguardi della difesa dal virus non ancora sconfitto, che richiama un “liberi tutti” di no-vax e compagni. Mentre si ripete che sono al lavoro provvedimenti per il caro inflazione ed il costo di gas ed elettricità. Di fronte a questi provvedimenti restrittivi merita attenzione il comportamento della polizia per lo sgombero dell’area occupata da migliaia di giovani per il rave del weekend di fine ottobre in provincia di Modena con interlocuzione e mediazione con i giovani occupanti che hanno provveduto pacificamente a lasciare il posto previa pulizia dell’area. Forse bisogna aver più fiducia nei cittadini e nei giovani italiani.

P.S. Mentre scrivo, su una striscia di La7 scorre in conferenza stampa una affermazione di Giorgia Meloni in riferimento a provvedimenti liberanti comportamenti a difesa dal virus: “Sul covid no ad un approccio ideologico”. Presupponendo gratuitamente che i provvedimenti del precedente governo siano stati dettati da motivi ideologici. A conferma a quanto sopra rilevavano di proseguimento anche nell’attività di governo di motivi propagandistici.

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