Teneri assassini. Sul mondo delle baby gang a Napoli

di Domenico Pizzuti sj



Il fenomeno delle cosiddette “babygang” nelle grandi aree urbane negli ultimi anni è all’attenzione ed allarme sociale nel nostro paese e nella stessa città di Napoli in riferimento alla singolarità della situazione dell’ordine pubblico "dovuta innanzitutto alla qualità delle azioni criminali, alla “radicalizzazione” violenta di una parte consistente dei giovanissimi dei quartieri, ad un alto indice di recidiva da adulti dei minori finiti nel circuito delle carceri minorili, alla “percezione” che si ha della fase attuale" (p.13) “Sul mondo delle babygang a Napoli”, come recita il sottotitolo di un’accurata analisi, si prova il libro dello scrittore Isaia Sales, Teneri assassini, Marotta&Cafiero, Napoli 2021, pp. 221.

Il libro, secondo l’Autore, attraverso una “riflessione storica” prova a ricostruire questo aspetto particolare ma non esclusivo della città di Napoli, in cui non è possibile distinguere nettamente, come avviene altrove, la criminalità minorile dalla criminalità degli adulti, perché espressione di una comune “questione sociale”. Da questo punto di vista si può affermare che è una riflessione sul fenomeno storico non domato delle organizzazioni criminali note come “camorra”, su cui l’A. ha prodotto altri studi che qui sono rielaborati in riferimento alla manifestazione e caratteristiche della criminalità minorile con le cosiddette “baby gang” nell’area napoletana.

A nostro avviso, questa riflessione si può caratterizzare piuttosto come “opera letteraria” di scrittura sul fenomeno delle c“baby gang” in Napoli e provincia, perché chiaramente questa riflessione appare influenzata dal riferimento ad opere letterarie dell’ottocento e primo novecento di scrittori su affollate metropoli d’Europa come Londra, Parigi, e Napoli sulla formazione di "uno strato sociale privo di lavoro, di abitazioni decenti e di una igiene dignitosa, - analizzato nel capitolo secondo - fu una caratteristica dell’inurbamento impetuoso che segnò la crescita delle tre grandi capitali europee, così come di altre città" (pp.57-58), e condusse alla formazione della plebe nelle grandi città espressione delle nuove possibilità che si aprivano con la crescita urbana ma al tempo stesso di una sproporzione tra aspettative e disponibilità. Mentre a Parigi e Londra si aprirono con lo sviluppo industriale e urbano possibilità di integrazione sociale e lavorativa, che ridusse nel tempo il peso e la pericolosità (che faceva parlare di “classi pericolose”), a Napoli,invece, la plebe divenne una protagonista stabile della scena urbana, e lo rimase dal Quattrocento fino ai nostri giorni.

In merito alla criminalità minorile e alle babygang con un approccio di tipo culturale l’A.fa rilevare che l’ossessione dei minori è la fama, la “rinomanza” cioè che il loro nome conquisti spazio tra i criminali ed il mondo sociale che li affianca. Sentono la minore età come un peso come una dimensione inutile ed insignificante della vita. E per farsi un nome sono disposti a tutto a umiliare, seviziare, ammazzare. Si è qualcuno in quel mondo solo se gli altri hanno paura di te. I ragazzini si vogliono mettere alla pari con gli adulti. E per farlo debbono saltare un età e farsi aiutare dalle armi. Sparare, offendere, ferire, uccidere, mettere paura, vuol dire uscire fuori dall’infanzia e dall’adolescenza.

Secondo l’analisi del Sales, si sta formando un fenomeno criminale diverso da quello che abbiamo conosciuto fino a qualche anno fa, "C’è la crudeltà giovanile e il gangsterismo urbano, c’è l’ideologia della violenza come legittimazione sociale. I giovani sottoproletari di Napoli stanno dando vita a un’ inedita miscela di violenza tradizionale e al tempo stesso ideologica, di illegalità di strada e affari milionari. Perciò forse il termine più corretto per definire questo fenomeno è gangsterismo sociale" (p. 170).

Un’opera da leggere, un’opera di scrittura per comprendere il fenomeno della criminalità minorile a Napoli ma non solo ed adoperarsi per trovare vie di uscita e di recupero di questi giovanissimi criminali.

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