Il vostro disprezzo diventa il vostro odore

di Domenico Pizzuti sj

La narrazione rassicurante ed in alcuni casi glorificante da parte della premier e ministri del governo in carica e di media governativi di atti e misure in questi tre mesi di governo, ad ogni osservatore e cittadino non allineato non può celare affermazioni e posizioni rivelativi di più ampie tendenze dei programmi e ideologie della maggioranza di governo che non sono ascrivibili solo alla premier Giorgia Meloni. Come rivela oggi anche “La Repubblica” la sottosegretaria alla difesa Isabella Rauti sui social celebra il 76° anniversario di fondazione del Movimento sociale italiano (MSI), perchè "le radici profonde non gelano.Onore ai fondatori e ai militanti missini". Le opposizioni insorgono chiedendo le dimissioni della Rauti, perchè la Rauti può celebrare in maniera privata radici della sua storia politica anche familiare ma non da sottosegretaria di governo fare propaganda ideologica di stampo fascista. Vengono così in luce le radici profonde di militanti missini nel partito Fratelli d’Italia che non vengono dismesse ed ora ricoprono cariche di governo. Con la necessaria imparzialità.

Ci hanno colpito in queste osservazioni degli atti e comportamenti della maggioranza di governo alcuni affermazioni della stessa premier Meloni che secondo resoconti giornalistici rivelerebbero non incautamente “disprezzo dei poveri” e dei deboli della società italiana ma non solo da verificare, anche per alcune patenti contraddizioni. Dopo l’approvazione dal Consiglio dei ministri della manovra economica 2023 la Meloni dichiarava che la manovra veniva incontro ai bisogni del ceto medio, nell’invio del testo della manovra al Parlamento invece faceva presente che alcune misure erano a favore dei “poveri”. In particolare, in maniera esemplificativa di questo sprezzo di i poveri e deboli, In tema di immigrazione nell’intervista al salotto di Porta a porta la Meloni ha dichiarato: “In questi anni abbiamo confuso due materie che non c'entravano nulla l'una con l'altra, il tema dei profughi e quello dell'immigrazione. Abbiamo penalizzato chi voleva rispettare le regole e voleva lavorare qui. Quelli che accogliamo noi sono, molto più banalmente, quelli che hanno i soldi da dare agli scafisti”.

Non credo che sia onesto e veritiero banalizzare cosi la tematica dei migranti che a prezzo della vita si affidano ai viaggi poco sicuri e non di piacere forniti delle imbarcazioni degli scafisti per sfuggire nei loro paesi a condizioni intollerabili di vita e cercare una vita migliore per sé ed i propri cari in Italia o in altri paesi europei. Sintomatico è il caso frequente di minori non accompagnati mandati avanti dai familiari nella speranza che possano trovare accoglienza ed avvenire in futuro in paesi del continente europeo. Colpisce in questa prima donna premier in Italia, di origini anche modeste nelle periferie romane, l’assenza di uno sguardo umano nei confronti di gruppi di migranti che vediamo sbarcare scalzi e senza vestiti adeguati sulle banchine dei nostri porti che fanno segni di gioia all’avvicinarsi dei porti di sbarco. 

Bisogna rammentare che una delle prime dimostrazioni della politica di questa maggioranza di governo, che ha dato origine ad una crisi diplomatica con la Francia non ancora sanata, è stato il rifiuto di far sbarcare in nostri porti la ONG Ocean Viking in nome di un polso fermo salviniano nei confronti delle migrazioni marittime verso il nostro paese che si è rivelato disastroso nelle relazioni internazionali, certo non un buon augurio della capacità della nuova maggioranza di centro-destra nei confronti di questo fenomeno naturale e globale delle migrazioni umane che vengono anche definite “coatte” da militanti ed osservatori. La politica attuale su questa sfida, secondo un nostro precedente intervento, si può definire come “strategia di allontanamento” dei migranti dalle nostre coste e territorio, se non punitiva, per l’argomento meloniano che l’Italia non può essere l’unico porto di sbarco nel Mediterraneo, e si richiede una presa in carico da parte dell’Unione europea.

Non si può nascondere una concezione securitaria ed identitaria dei movimenti migratori da parte di Salvini e camerati di governo, occorrerebbe poi ribaltare queste concezioni grette e difensive per cogliere anche alcune dimensioni positive sotto il profilo, economico, sociale ed umano dell’ integrazione dei migranti con le popolazioni delle nostre regioni, secondo la storia millenaria delle migrazioni dei popoli.

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