La politica cattiva

di Domenico Pizzuti sj

Al di là della presenza continua della Giorgia Meloni sui media in ragione del suo ruolo di premier con interventi per comunicare ed esplicitare i provvedimenti del suo governo (in linguaggio inglese si direbbe policies cioè politiche più che policy cioè la politica del suo governo di destra-centro) e quindi esaltare risultati raggiunti nei tre mesi di governo, non si possono non mettere in evidenza non solo alcune contraddizioni ma alcune “ombre” cioè aspetti “oscuri” che preoccupano in alcuni provvedimenti che sono stati approvati dal Consiglio dei ministri e poi dal Parlamento. Essi manifestano che Giorgia Meloni ed altri esponenti i di questa maggioranza non hanno cambiato la loro visione politica tributaria ai programmi di una destra post-fascista - come nel richiamo di alcuni anche rappresentanti delle istituzioni alle loro radici identitarie nella destra del Movimento sociale italiano - che non appartiene alla modernità politica e culturale, come alcuni rappresentanti della cultura e della società civile opportunamente hanno messo in evidenza.

Perciò sono responsabili in solido premier e ministri del ramo, come nel caso di provvedimenti discussi per non dire odiosi come quelli anti-rave per i “raduni pericolosi” dei giovani o del codice di condotta per le Ong nella missione di salvezza di vite nel Mediterraneo per non parlare della riforma del reddito di cittadinanza.Questa donna che oltre la sua determinazione ed il successo elettorale è stata legittimata alla premiership di Palazzo Chigi non è solo la buona fatina di Biancaneve ed i sette nani che soccorre i piccoli e deboli o che con il Ministro dell’interno e il vice premier Salvini non esita a limitare la salvezza in mare dei migranti da parte delle ONG per la assurda norma contro il diritto del mare che operato il salvataggio la nave si diriga immediatamente verso il porto assegnato (non sempre più vicino), di fatto riservando un destino che mette in pericolo di vita i naufraghi i non soccorsi o il respingimento ai campi lager della Libia.

Ci sono altre misure che non solo sono praticamente cattiverie o malvagità come quella di assegnare un porto più lontano e non sempre predisposto all’accoglienza dei migranti, ma servono ad aggravare le sofferenze del viaggio per limitare il soccorso e l’accoglienza dei migranti. E significa caricare la mano su poveri migranti salvati da naufragi e complessivamente può configurarsi, a nostro avviso, non solo come limitazione o selezione delle persone da soccorrere ma come una sorta di “razzismo” nei confronti dei migranti dei paesi africani o del medio oriente. Per controllare la nostra indignazione per queste misure definibili incivili ed inumane con l’invio di tante maledizioni divine su questi responsabili, nel Vangelo di Matteo il giudizio finale (Mt.25,31-46) suona anche “Ero straniero e non mi avete accolto” (Mt. 25, 43) con la condanna al supplizio eterno perché Gesù il Giudice supremo” afferma “ero straniero e non mi avete accolto”.

Naturalmente spetta ai “giusti” cioè ai cittadini come “istanza critica” nella partecipazione democratica al governo del paese contrastare queste misure per provvedimenti ragionevolmente più efficaci al soccorso dei migranti nelle condizioni date del paese. L’icona abile e rassicurante della Giorgia Meloni prima donna premier si riveste anche della responsabilità di queste inumane ed insussistenti norme di una “legislazione canaglia”. Perciò motivatamente si chiede che la Melloni sul piano delle pratiche politiche oltre che donna e madre non si qualifichi facilmente “cristiana”, anche se non ci arroghiamo nessun giudizio finale sulle persone. Perché operino secondo giustizia, equità ed umanità non solo nei confronti dei propri cittadini.

In precedenti interventi abbiamo messo in luce in Giorgia Meloni ed esponenti del suo governo uno sprezzo dei poveri in certe affermazioni riguardanti migranti o percettori del Reddito di cittadinanza, una strategia perseguita di allontanamento dei migranti dal nostro territorio se non punitiva in alcuni casi, ed in questa nota la selezione inumana dei naufraghi da soccorrere, sono tutte policies tributarie di vecchie ricette salviniane che vengono reiterate in situazioni mutate per l’intervento di altre emergenze sociali, riprendendo l’emergenza tutta politica della sicurezza e dei confìni del nostro territorio, che si combina con un nazionalismo identitario fuori tempo.

Si tratta di visioni di corte vedute quando le sfide sono globali e affrontabili se non altro a livello europeo con altri partner statuali. Si tratta di non guardare indietro ad esperienze politiche pregresse, al passato ed al passato personale ’per costruire con intelligenza e determinazione il futuro con le giovani generazioni e non con una coorte di anziani anche se prestigiosi personaggi che sanno di passato e vogliono ricostruire il passato sotto la veste della normalità.

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