Cutro, chi va e chi non va

di Domenico Pizzuti sj

La tragedia con morti e feriti che si è consumata la notte di domenica 26 febbraio con l’affondamento di un barcone con circa 200 rifugiati a bordo nel mare a poca distanza dalla spiaggia di Cutro (Crotone), per ritardo di soccorsi che hanno innestato una polemica in corso che ha investito le istituzioni civili e quelle religiose. Giovedì 2 marzo, senza clamori, il Presidente della Repubblica Mattarella si è recato a Curto per visitare i bambini feriti all’ospedale ed esprimere in silenzio davanti alle 68 bare il dolore degli italiani nel Palamilone. 

All’Angelus di domenica 26 febbraio una comunicazione dell’ultimo momento metteva al corrente il papa Francesco della tragedia verificatisi sulle coste calabresi ed esprimeva il suo dolore, vicinanza e preghiera per i defunti e sopravvissuti, E più estesamente, all’Angelus di ieri esprimeva il suo dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro, presso Crotone e insieme alla preghiera per le numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti, manifestava l’apprezzamento e la gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi i fratelli e sorelle, e rinnovava a tutti l’ appello affinché non si ripetano simili tragedie. 

Auspicava che "I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti! Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere". 

Ieri domenica, un dolente pellegrinaggio sulla spiaggia di Cutro univa la via Crucis di Cristo a quella dei migranti periti nelle acque di Cutro e più in generale nelle acque del Mediterraneo. A fronte a questi attestati istituzionali civili e religiosi appare in ritardo e opportuna la convocazione del Consiglio dei ministri a Cutro sulla questione migranti, avendo il sindaco di Crotone lamentato l’assenza del governo e con lettera invitato la Meloni a venire a Cutro da “mamma a mamma” per manifestare vicinanza e cordoglio ai sopravvissuti. 

Ed appare patente ed inopportuna la strumentalizzazione delle parole del papa sulla necessità di fermare i traffici di essere umani non solo nel Mediterraneo. Non dimenticando che l’attuale governo non ha ancora recepito la richiesta di organizzazioni internazionali come l’Onu ed europee a ritirare la normativa limitativa e punitiva per le missioni di salvezza di vite nel Mediterraneo da parte delle navi ONG che produrrebbe un maggior numero di morti. Si avverte l’esigenza di un cambio di approccio alla questione migranti da parte del governo di destra-centro con il superamento del pregiudizio anti-immigranti che secondo alcuni operatori marittimi si è manifestato anche nelle scelte nei confronti del barcone proveniente da porti della Turchia per il quale si è scelto l’intervento di polizia delle Guardie di Finanza. 

Il Presidente Mattarella oggi ha anche invitato ad operare scelte concrete oltre il cordoglio. A questo proposito merita attenzione una nota del Centro Astalli per i rifugiati animato dai gesuiti italiani che chiede: - un’operazione ampia, strutturata di ricerca e soccorso in mare che metta in salvo vite umane; - l’attivazione immediata di canali umanitari dalle principali aree di crisi. - l’apertura stabile e proporzionata di vie di ingresso legali come visti per lavoro - e nuovi criteri che amplino i ricongiungimenti familiari. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli richiama. “Lasciar morire in mare è inaccettabile. 

La politica, di qualunque orientamento, non può non agire per salvare vite umane. Purtroppo le politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere europee degli ultimi anni hanno ampiamente dimostrato di essere fallimentari, inutili e di favorire il traffico e la tratta di esseri umani. Le migrazioni non si possono fermare ma si devono gestire. In questo il diritto internazionale e la nostra Costituzione indicano l’unica strada percorribile: accoglienza, protezione e tutela dei diritti umani per ogni essere umano”.

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