La sibilla romana

di Domenico Pizzuti sj

Nell’ambito del summit dei capi di stato europei Bruxelles, la premier Giorgia Meloni sul tema dei migranti lanciava un allarme in riferimento al rischio di 900.000 profughi se la Tunisia collassa e non si provvede con investimenti di risorse da parte di stati a stabilizzare la situazione economico-sociale di questo paese. Fa il paio con altra affermazione della nostra premier che il tema della migrazione ha acquistato centralità si presuppone negli incontri europei, che è smentita per il poco tempo ieri dedicato a questo dossier se il giornale Avvenire può titolare per la giornata di ieri “Armamenti e poco più”. Chiaramente si evidenzia la strategia salviniana volta a considerare i flussi migratori un emergenza del paese e così indurre paura che viene cavalcata per lucrare qualche voto in più.

Ci siamo spesso interrogati sulla comprensione del fenomeno migratorio e la strategia conseguente da parte della nostra “Sibilla romana” Meloni che solleva allarmi nei corridoi dell’incontro europeo di Bruxelles circa i flussi migratori verso l’Italia ed altri paesi europei interessati, che un commentatore definisce un “tema caro” alla Meloni e che agita negli incontri europei per la difesa dei confini europei come quelli del nostro paese. Certo gli sbarchi da parte di barconi e barchini dalla Tunisia in questi primi mesi del corrente anno sono certo triplicati, ma non si prevede allo stato delle cose questa emergenza umanitaria evocata che vorremmo esorcizzare per respingere questi flussi migratori dalle nostre coste e dall’accoglienza nel nostro territorio, nonostante le pene severe previste per gli scafisti. 

E dalle aree africane ma anche da paesi in guerra del medio-oriente i migranti e rifugiati che pericolosamente si affidano a precarie imbarcazioni per varcare il mar Mediterraneo nella speranza di una vita migliore nel nostro continente non sono percepiti come “persone” con tristi esperienze di vita nei loro paesi ed in quelli di transito a cui solo organizzazioni di volontariato come il “Centro Astalli” servizio dei gesuiti per i rifugiati cercano di dar voce per una conoscenza più profonda delle loro vite e dei motivi che li hanno indotti a lasciare il loro paese.

A questo proposito ci è sembrato ambigua l’affermazione sia da parte del nostro ministro dell’Interno che della nostra premier che non sappiamo su quali argomenti che esiste “un diritto ad emigrare dai loro paesi ma anche a non emigrare dai loro luoghi.” Che o è una sorta di “Truismo” (affermazione ovvia e non discutibile) che non è declinabile come diritti evocati per le situazioni dei migranti, o è un capzioso argomento per incolpare gli stessi migranti che vogliono usare questo supposto “diritto” per approdare sulle nostre coste e quindi a scoraggiarli dall’ intraprendere questi “viaggi di speranza” per una vita migliore verso il nostro paese.

Certo, nel comportamento verso defunti e sopravvissuti della tragedia di Cutro da parte della Meloni, che si è mantenuta distante dall’incontro con sopravvissuti e familiari delle vittime dell’affondamento del barcone se non con la presenza di un Consiglio dei ministri nella sede del Comune di Cutro ed un incontro a porte chiuse con i i familiari delle vittime e sopravvissuti a Palazzo Chigi e non certo manifesta che questi migranti sono realmente “cari” da accogliere e riconoscere nei loro diritti umani, disconoscendo ogni fuori luogo evocata “maternità” di una donna al potere a Palazzo Chigi. SIGNORA, UN PO’ DI UMANITA’! Per l’appartenenza alla comune umanità.

Commenti

Più letti