La mortificazione del cittadino

di Domenico Pizzuti sj

Alla recente manifestazione del Vinitaly di Verona, il Ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Lollobrigida in riferimento all’esigenza di lavoratori stagionali per il settore agricolo del Veneto usciva in queste espressioni: "Nelle campagne c'è bisogno di manodopera e i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura. Anzi, quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza". 

Devo dire la verità queste affermazioni, che riaprono incautamente la questione del reddito di cittadinanza emendato dall’attuale governo mi hanno fatto sentire offeso perché colpiscono semplicisticamente tanti onesti percettori del Reddito di cittadinanza a Napoli e nel Mezzogiorno di cui hanno sostenuto un reddito minimo familiare. Sovviene un ricordo personale quando a suo tempo ad un illustre docente dell’Università cattolica di Milano avanzai la possibilità di un inserimento universitario per i miei studi, ricevetti la risposta: “Lei un lavoro già ce l’ha perchè insegna in una Facoltà teologica pontificia”. 

Caro ministro anche Lei un lavoro ce l’ha in un posto di governo come il Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, non solo perché marito di una sorella della premier Giorgia Meloni al di là di meriti nel partito Fratelli d’Italia. In merito all’affermazione propagandistica che i percettori del Reddito di cittadinanza non vanno a lavorare seduti sul divano, patentemente si tratta di un'“IMMAGINE DI COMODO” a scopo propagandistico che non risponde alla realtà dei fatti. L’invito ai giovani a non considerare svilente il lavoro nelle campagne può riguardare regioni con estesa attività agricola come il Veneto ed alcune regioni meridionali e certo non i percettori di reddito di cittadinanza di grandi conurbazioni dello stesso Mezzogiorno più adatti per lavori nell’edilizia o nei servizi. 

Il ministro chiaramente ignora il comportamento diffuso degli uomini di integrare la misura del reddito con alcuni lavoretti o occupazioni precarie con basse ricompense per i bisogni familiari. Non è perciò assente la ricerca integratrice di lavoretti e non stanno seduti su un divano perché ricevono gratuitamente un reddito di cittadinanza. Il problema quindi non attiene ad una inesistente ricerca del lavoro ma attiene politiche attive del lavoro inefficaci e poco trasparenti non solo nel Mezzogiorno d’Italia e misure di formazione dei lavoratori per i nuovi bisogni dell’economia. 

Al di là della semplicità e sicumera con cui si pronunziano certe affermazioni solo perchè si sentono autorizzati come ministri di una maggioranza di destra di governo, che non rispondono ad una conoscenza adeguata delle varie problematiche in questo caso dei comportamenti del reddito di cittadinanza. Al di là di queste affermazioni contingenti, a nostro avviso, si manifesta l’ideologia di Fratelli d’Italia riguardanti il lavoro come “produttivo” e caratterizzante i cittadini, che ci richiama il lavoratore forte e muscolare che campeggiava nei manifesti del passato ventennio, che ci fa apprezzare invece la concezione umanistica e costituzionale del lavoro che invece ci appartiene e che dobbiamo difendere da ideologie che non ci appartengono.

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