Politica italiana: segni di un declino

di Domenico Pizzuti sj

“Il bilancio della missione in #Etiopia è ottimo. C'è grande voglia d'Italia e particolare attenzione per la nostra capacità di cooperare …, “ nel continente africano si compiace la premier Giorgia Meloni al termine della missione di due giorni in Etiopia alla fine della scorsa settimana, che rammenta L’Abissinia della poca onorevole campagna coloniale dei legionari del regime fascista, anche se propagandata sulle note della non innocente canzonetta “Faccetta nera”. 

Si può comprendere esprimere soddisfazione per una missione dell’Italia in questo paese del Corno d’Africa, capeggiata dalla Presidente del Consiglio dei ministri che tende ad intestarsela personalmente con stile poco istituzionale. Oltre al narcisismo più volte da noi evidenziato sia nella campagna elettorale all’opposizione sia nei ruoli di governo, con i picchetti d’onore per ricevere capi di governo puntualmente trasmessi dalla TV trattandosi della premier di governo, sia con le dorate poltrone in cui siede compiaciuta negli incontri internazionali in Italia ed all’estero.

A nostro avviso c’è di più, si può intravedere una concezione personalistica del potere e l’identificazione con esso a lungo agognato perchè per decenni ai margini dei ruoli pubblici di potere, e non come ruolo legittimato da onorare secondo le qualità indicate da articoli della nostra Costituzione repubblicana. Infatti l’occupare questi ruoli pubblici da onorare con competenza e responsabilità è al servizio del bene comune della collettività e non della propria soddisfazione personale in un pubblico servizio da esibire. 

Si tratta di stile nella sua funzione istituzionale, vuoi mettere quello dei politici democristiani al governo da De Gasperi, Moro fino a Mattarella, Gentiloni Commissario all’economia della UE da non dimenticare in un Italia nelle “braccia di Giorgia Meloni” secondo Lucia Annunziata. Un film TV è dedicato a Tina Anselmi, prima donna ministro DC del dopoguerra, con il titolo “Una vita per la democrazia” e la sorella richiama che per lei la politica era una “missione” e non una preda da afferrare e conservare per la soddisfazione della persona. 

C’è in Giorgia Meloni una sorta di identificazione con il potere istituzionale, perché come chiosava in conversazione il mio amico F. che Giorgia Meloni si pone al disopra delle istituzioni pubbliche con la concezione del potere che abbiamo evocata e quindi pericolosa.

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