Un piatto di lenticchie per i lavoratori

di Domenico Pizzuti sj

In una intervista in data 22 maggio al quotidiano economico Milano Finanza Giorgia Meloni espone le ragioni per cui ha scelto di convocare il Consiglio dei ministri il Primo maggio, festa dei lavoratori si deve rammentare, pur con questa iniziativa provocatoria bypassare la celebrazione della Liberazione del 25 aprile e non confrontarsi con essa ed il suo significato antifascista. E manifesta intenzioni in voler stimolare la crescita dell’economia e detassare il lavoro. 

"I primi a dover dare l’esempio devono essere quelli che come noi che, in fondo, sono dei privilegiati. Quindi nella giornata in cui tanti italiani saranno sul posto di lavoro, tra le forze dell’ordine, tra chi si prende cura dei malati negli ospedali, nei trasporti, nei ristoranti, negli alberghi, nei luoghi di cultura, il governo dedicherà una seduta del Consiglio dei ministri al lavoro prendendo decisioni sul lavoro". Tra queste un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi di euro che va ad aggiungersi al taglio di 3 punti percentuali del “cuneo fiscale” già realizzato con la legge di bilancio.

Dobbiamo dire che si tratta di un strano ragionamento in riferimento alla celebrazione in cui la società italiana finora si ritrovava, con cortei, discorsi di leader sindacali, il concerto a piazza San Giovanni con la partecipazione massiccia di giovani all’ evento musicale trasmesso usualmente dalla Rai, che si ripropone insieme con un corteo sindacale a Potenza. A parte il tono pedagogico di questa parte dell’intervista da parte di chi siede a Palazzo Chigi, a capo di una maggioranza di destra-destra, non evocando la festa dei lavoratori espressione della società lavorativa italiana, in essa si può cogliere un non condivisibile atteggiamento divisivo e discriminante dei lavoratori tra chi lavora in questo giorno con la convocazione del Consiglio dei ministri anche su alcune misure previste per salari e pensioni, e l’altra che fa dei “sfaccendati”? Si vuol dare l’impressione nel giorno del modo tradizionale di celebrare il 1° maggio di proporre misure concrete per elevare salari anche se si tratta di qualche decina di euro mensili che ammontano a 200 per un anno. E’ una sorta di “piatto di lenticchie” biblico pur di bypassare ed oscurare le celebrazioni di piazza del 1° Maggio a cui aderiamo dal nostro buen retiro.

Ma nostro avviso c’è di più sul significato “simbolico” di questa mancata adesione di ministri alla pubblica celebrazione sindacale di piazza, perché le espressioni celebrative del 1° maggio richiamano le dinamiche conflittuali-cooperative delle società industriali, post industriali, della globalizzazione selvaggia, da cui si distaccano Giorgia Meloni e camerati del Partito Fratelli e diciamo - come nelle Messe - sorelle d’Italia con questa inedita convocazione del Consiglio dei ministri perché non si ritrovano del dirla tutta in modalità della “modernità” anche capitalistica delle società. In tal modo si evidenziano alcune modalità non solo politiche, ma sociali e culturali, della Premier e di alcune parti della sua maggioranza che non aiutano l’Italia a progredire verso il futuro con le fiamme tricolori che campeggiano nei manifesti e nei programmi del partito di destra estrema che ha conquistato con la coalizione la maggioranza per governare.

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