Da destra a destra: chi fa la politica estera italiana?

di Domenico Pizzuti sj

Gli attacchi rivolti due giorni fa al governo di destra-destra in Italia da personaggi di Francia e Spagna, dal presidente del partito di Macron per dire che la politica della Meloni per la questione migrazioni è “inefficace, ingiusta e disumana” e dalla vice presidente del governo spagnolo che il Decreto lavoro è governare contro lavoratori e lavoratrici e tornare ai “contratti spazzatura”. Il rimpiattino tra accuse e difese è durato un giorno ed anche meno: si tratta di attacchi non giustificati interferendo in questioni interne del nostro paese e contrarie si fa per dire al galateo dei rapporti tra paesi alleati. Al di là della rappresentanza di questi attacchi per il carattere personale e non immediatamente dei rispettivi governi, che non hanno poi formulato scuse esplicite, non basta dire che forse stanno a significare posizionamenti rispetto alle vicine elezioni europee nel prossimo anno, ma non si possono escludere. 

Certo questi attacchi impropri riguardano i rapporti tra Stati, o governi di stati che appartengono alla UE e alla Nato, che dovrebbero ispirarsi al rispetto e dialogo e rispettare le competenze dei rispettivi governi senza indebiti interferenze, pensando come si dice popolarmente a Napoli “Ognuno pensi ai guai suoi!”. Si possono in merito alle questioni sollevate da personaggi di altri governi qualche ulteriore riflessione per evidenziare alcuni significati non immediatamente patenti.

In primo luogo, questi attacchi sono rivolti immediatamente alla premier italiana Giorgia Meloni ed alla sua attività governativa su temi delicati come la questione della crescente immigrazione clandestina nel nostro paese ed alle misure adottate in un c.d. Decreto lavoro osteggiato in alcune parti da sindacati ed opposizioni. E’ in questione in questi attacchi il governo di destra-destra e le sue politiche su temi centrali come governo dell’immigrazione clandestina da paesi della sponda nord dell’Africa, che finora di fronte ad un fenomeno di mobilità dei popoli è risultato inefficace sanzionando gli scafisti e pemalizzando e criminalizzando Ong navi salva vite nel mar Mediterraneo, e limitante diritti di migranti e rifugiati nel nostro paese (come abbiamo rilevato in un precedente intervento in questa sede). e sul tema del lavoro esibendo record di occupati ed allungando i contratti di precarietà ritenendo di sostenere l’occupazione. Come ha sostenuto il giornalista Gad Lerner queste accuse sono in gran parte giuste e condivisibili ma non appartiene a personaggi di altri governi farne oggetto di critiche che interferiscono in questioni interne al nostro paese.

In secondo luogo, non è stato sufficientemente messo in rilievo che queste pubbliche accuse mettono in evidenza valutazioni che evidentemente circolano in paesi europei che ci tengono sotto osservazione con qualche diffidenza verso il governo di destra-destra che ha conquistato la maggioranza nelle ultime elezioni politiche, e conseguentemente contribuiscono a rilanciarle con danno all’immagine del nostro paese. Ci si domanda quanto è efficace la nostra azione nella UE ed a livello internazionale per gli interessi e l’immagine del nostro paese, se si tiene conto di continue visite della premier Giorgia Meloni in altri paesi europei ed incontri internazionali che sono vantati sempre come grandi successi per il pubblico televisivo e nelle relazioni internazionali che per esempio non sono aliene da ripetute tensioni fin dall’inizio del governo Meloni con la Francia nella questione della gestione dei flussi migranti anche se poi la Giorgia asserisce che i suoi rapporti con Macron sono “buoni” ma certo ognuno a casa propria. 

Allora si pone una questione non peregrina: chi fa la “politica estera” del nostro paese se si tiene conto sia dell’attività competente del ministro degli esteri Tajani, dei viaggi ufficiali della Premier in altri paesi del nostro continente ed oltre con relative dichiarazioni comuni, e dei viaggi ufficiali all’estero del Presidente Mattarella che sono spesso occasioni per sapienti lezioni sui problemi europei e della pace nella guerra di aggressione da parte del Presidente Putin nei confronti di una libera nazione come l’Ucraina, che è un “popolo martoriato” secondo ripetuti e sofferti richiami di papa Francesco. Naturalmente è da ritenere che il coordinamento spetti al Ministro degli esteri Taiani, e non basta alla Meloni sedere e farsi fotografare compiaciuta in poltrone dorate di rappresentanza con i Presidenti o capi di governo delle rispettive visite.

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