La pace può attendere

di Domenico Pizzuti sj

Sabato 13 maggio nel corso della trasmissione Tv di LA7, dedicata alla discussione sulla visita del Presidente Volodymyr Zelensky in Italia, incontrando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni, il giornalista Pietro Senaldi condirettore del quotidiano “Libero” di noto orientamento a favore della destra al governo, usciva in questa espressione che al momento destava un certo stupore circa il significato della visita in Italia del Presidente ucraino Zelensky, in riferimento all’ampio rilievo dato dai media: "Un viaggio bellicoso, non è stato un viaggio di pace", o per promuovere la pace.

La pace può attendere, prima la controffensiva per liberare i territori ucraini occupati dalle armate russe. Infatti poco ore dopo l’incontro con Giorgia Meloni, Il Presidente ucraino nell’incontro molto atteso con papa Francesco che lo accoglieva claudicante, pur esprimendo grande stima per il pontefice e per la sua opera umanitaria significava senza giri di parole che non c’era bisogno della mediazione vaticana per una trattativa per dare una fine al conflitto devastante e sanguinoso per l’aggressione da parte delle truppe della Federazione russa, perchè l’unica pace era quella ucraina in un documento di 10 punti proposto anche a papa Francesco. In tal modo, in questo contingenza della lotta di resistenza ucraina, veniva spazzava via ogni trattativa di pace. La controprova è data dagli incontri successivi in altre capitali europee in riferimento alle necessità di ulteriori armamenti per la controffensiva: Berlino assicurava la fornitura di aerei, Parigi disponibile alla fornitura di carri armati, Londra di missili e droni.

Non consta esplicitamente se negli incontri con il Presidente Mattarella e la Presidente del Cdm, si sia trattato della fornitura ulteriori di armi alla lotta di liberazione dell’Ucraina a parte quelli votati dal nostro Parlamento, e si sia garantito esplicitamente da Mattarella e Meloni “pieno sostegno economico, finanziario, militare, umanitario alla lotta dell’Ucraina”, ricevendo in cambio dal Presidente Zelensky la dichiarazione che siamo “dalla parte giusta”. Certo non supplivano graziosamente il dono di una cassetta di vini pregiati e di oli di qualità, cioé prodotti del “made in Italy” al Presidente ucraino, da parte di Giorgia Meloni!

La Giorgia nell’accoglienza con il picchetto d’onore al Presidente ucraino si è esibita in baci ed abbracci come ad un vecchio amico, che ci sono parsi “smodati”, e così la retorica di un pieno appoggio al paese devastato da una guerra di aggressione, cioè a 360 gradi, che come diremo successivamente fa parte del suo personaggio, come pure la partecipazione con grande partecipazione emotiva di amor patrio alla manifestazione nazionale degli alpini ieri a Udine con l’evocazione della patria come seconda “Madre”, naturalmente oltre Giorgia Meloni che si è proclamata a più riprese una italiana “Madre” nella sua biografia personale.

Abbiamo trovato una chiave interpretativa del personaggio Giorgia Meloni in uno studio recente di Salvatore Vassallo Rinaldo Vignati, “Fratelli di Giorgia. Il partito della destra nazional-conservatrice”, Il Mulino, Bologna 2023, pp.291, che definisce "Fratelli d’Italia è un partito “Old style con una leader “pop” una delle caratteristiche alla base del suo successo….La leader del resto si è prestata ad assumere tutte le tipiche declinazioni della “politica pop”, cioè della politica personalizzata e spettacolarizzata, che punta a creare processi di identificazione ed empatia con il suo pubblico" (Ib., p. 191). E’ una chiara connotazione del personaggio, che però riveste ruoli pubblici apicali per gli interessi nazionali o anche personali della sua leadership.

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