Meloni: l'apparenza, la forma e la sostanza

di Domenico Pizzuti sj


Nel corso degli incontri tra i cosiddetti 7 Grandi ad Hiroshima in Giappone a margine dei lavori abbiamo visto su gli schermi Tv un “capannello”” in cui Giorgia Meloni mostra ad alcuni dei partecipanti sul suo telefonino immagini dei danni dell’alluvione in Emilia-Romagna. Rispetto agli importanti argomenti all’ordine del giorno ci sembra un gesto inusitato in quella assise ma forse non inutile ai fini della solidarietà verso l’Italia da parte dei rappresentanti dei paesi avanzati in questa calamità che colpisce regioni del centro-Italia, perché riteniamo che i partecipanti non fossero necessariamente all’oscuro di queste tristi vicende di alcuni regioni italiane, perché i media in Italia e negli altri paesi normalmente trasmettono le immagini di simili calamità che colpiscono le popolazioni di altre nazioni. Riveste altri significati da mettere in evidenza che non è solo la “politica spettacolo” di una “leader pop” - di cui in nostro precedente intervento - che si avvale della gestione dei media per la comunicazione di fatti e detti personali e del suo governo di cui cui la Giorgia Meloni finora appare abile a proprio vantaggio per consolidare la sua leadership o meglio il suo potere anche personale in quello del suo governo.

Chiaramente questo gesto extra formam delle discussioni in corso negli incontri sui dossier previsti vuole esprimere una familiarità della Meloni con gli altri partecipanti al summit, cioè di trovarsi “ a casa sua” si fa per dire come pari in questi incontri internazionali con gli altri partecipanti, nello stesso tempo “personalizza” la sua rappresentanza come premier del governo italiano che si preoccupa dei danni provocati alle popolazioni dell’Emilia-Romagna da un “evento estremo” proveniente dalla quantità di pioggia che è caduta in poco tempo sulle popolazioni e le cose dei comuni interessati. Cioè viene a dire per gli altri e sé “Io sono Giorgia” sic! E’ ora, come di dovere, di anticipare la partenza per gli aiuti da programmare e ci auguriamo per rendersi vicina se non prossima alle sofferenze delle popolazioni colpite dall’alluvione avendo raccolta la solidarietà dei rappresentanti al G7.

Maggiore importanza ha invece un “incidente di percorso” che inaspettatamente ha caratterizzato un incontro bilaterale organizzato dalle rispettive diplomazia tra Justin Trudeau che governa da otto anni il Canada dove alle coppie omosessuali è permesso adottare figli ed è autorizzata la “maternità surrogata” e Giorgia Meloni premier del governo di destra-destra non così liberale in discorsi e posizioni assunte dal governo nelle politiche di genere. Nel corso di questo “faccia a faccia” ripreso anche dalla Tv il premier canadese al di là degli argomenti oggetto del confronto si diceva "preoccupato per alcune posizioni che l’Italia sta adottando in termini di anti LGBT" in riferimento per esempio alla trascrizione dei figli di coppie omosessuali. La premier sorpresa per questo attacco imprevisto opponeva che il suo governo a maggioranza di destra-centro sta seguendo le decisioni dei tribunali italiani e non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni, non ha cambiato legislazione con qualche passo indietro.

Non si tratta solo di un fatto formale perchè questo argomento non era previsto nel confronto tra i rappresentanti dei due paesi ma manifesta alcune “preoccupazioni” non solo del governo canadese ma di paesi occidentali evoluti dove vige una “democrazia liberale” con lo Stato di diritto nei confronti di posizioni assunte dalla legislazione in materia di diritti di coppie omosessuali secondo concezioni e programmi dei partito di Fratelli d’Italia e degli altri partiti della coalizione di destra-centro che appaiono in contrasto chiaramente con posizioni e concezioni di paesi occidentali avanzati al di là delle valutazioni di bene e male. Può affiorare l’interrogativo se sul piano valoriale e pratico questa maggioranza di governo appartenga ai paesi occidentali senza voler invocare “guerre di religioni”, ma richiamare un contesto di pratiche e concezioni diffuse tra la popolazione del nostro paese appoggiate dai precedenti governi di stampo liberale e progressista rispetto a posizioni che segnano un passo indietro.

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