Non dite che li uccide il mare

di Domenico Pizzuti sj



Il naufragio di un peschereccio stracarico di migranti (700 e più) nel mar Egeo, partito da Tobruk per raggiungere le coste italiane, è stato definito dall’Onu e dalla stessa UE come il più grande avvenuto nel Mediterraneo per il numero di vittime (almeno 600 con donne e bambini), sono stati finora recuperati 79 corpi e 104 persone portate in salvo. Sono così affondate i sogni e le speranze di coloro che fuggivano da condizioni di vita intollerabili da paesi del Medio Oriente e dell'Africa, affidandosi a imbarcazioni poco sicure: sono perdite non solo per i familiari delle vittime ma anche per la comune umanità non in grado di garantire la vita e la sicurezza di mare di questi migranti che avevano nome e cognome e familiari nei paesi di origine. 

Questa tragedia è stata deprecata da papa Francesco, al Segretario dell’Onu, alla presidente Commissione Eu, molto preoccupata per il numero di persone scomparse, occorre lavorare insieme per prevenire queste tragedie. In particolare, la Commissaria Eu agli Affari Interni Ylva Johansson, commentando la nuova strage di migranti, ha osservato: “Penso che questo naufragio sia il segno che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento. La cambieremo con il nuovo patto di migrazione ed asilo”.

Non ci consta che la premier italiana Giorgia Meloni abbia dedicata particolare attenzione a questo tragico naufragio nel “Mare nostrum”, ne versato una lacrima (chiediamo troppo!) quando non lesina affettuosità agli ospiti internazionali a Palazzo Chigi, perchè occupata in colloquio con il premier maltese sulla lotta agli scafisti ed alla difesa dei confini marittimi.

Non dimentichiamo l’assenza a Cutro per un cordoglio e vicinanza ai familiari delle vittime del naufragio su quella costa esposte nel Palazzo dello Sport e visitate silenziosamente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli ha dichiarato: “L’Europa continua a proteggere i confini e a difendersi da coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto. Dovremmo aver imparato negli anni, ormai troppi, che non si fermano gli arrivi ostacolando le partenze, rendendo più difficoltosi i viaggi. L’unico risultato di queste politiche è l’aumento delle morti alle frontiere. La drammatica e cinica conclusione di questo agire è che di fatto riteniamo alcune vite sacrificabili”.

Da parte nostra, deprecando la mancanza di umanità se non di intelligenza da parte degli attuali governanti sul fenomeno epocale delle migrazioni che interessano anche il nostro paese, per meschini calcoli politici, abbiamo richiamato alla memoria una famosa osservazione del vescovo di Macerata sul terremoto in Amatrice e dintorni che ha fatto il giro del mondo: “I terremoti non sono opera della natura, ma dell’Uomo!” per mancanza di prevenzione se non di una comoda indifferenza anche della società civile che gira la testa dall’altra parte.

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