Ucraina, guerra o pace

di Domenico Pizzuti sj

Giorgia Meloni al recente summit della Comunità politica europea a Chisinau in Moldavia, come in altre sessioni internazionali, ha ribadito ai rappresentanti della nazioni partecipanti “L’Italia in prima fila nel sostegno all’Ucraina” aggiungendo che gli aiuti militari all’Ucraina sono a 360 gradi finchè necessario. Questo linguaggio di forte sottolineatura, al di là di una certa dose di retorica, mi ha fatto riflettere su questa assunzione personale del sostegno a nome dell’Italia alla lotta per liberazione del suo territorio, cioè si è intestato questo impegno italiano per la lotta dell’Ucraina contro l’invasione delle armate della Federazione russa, che è certo anche del governo che presiede, e soprattutto avvallato dalle risoluzioni del Parlamento in materia di aiuti anche militari.

Nella vetrina propagandistica con la personalizzazione della leadership, questa posizione meloniana oscura sia l’inizio dell’impegno per il sostegno all’Ucraina a pochi mesi dall’invasione il 24 febbraio 2022, secondo gli orientamenti dell’UE da parte del governo Draghi, sia la forte determinazione dell’Italia nella fornitura di aiuti economici, sociali, umanitari, militari affermata chiaramente dal Presidente Mattarella in occasione della visita del Presidente Zelensky a Roma dove incontrò anche la premier Meloni con una calorosa accoglienza al di là della prassi degli incontri internazionali come abbiamo segnalato in precedente intervento.

Riteniamo che questo propagandato sostegno a favore dell’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione del suo territorio per una migliore comprensione vada collocato nella posizione della Giorgia Meloni premier del governo di destra-destra nelle relazioni dell’Ue e più in generale nelle sedi internazionali di fronte a dubbi, diffidenze e preoccupazioni di altre nazioni nei confronti del governo che presiede ed allora per affermarsi come attore internazionale agita la bandiera dell’Ucraina e della sua lotta per la libertà come credenziale.

Questa posizione, a nostro avviso, non è dettata da vera convinzione ma da opportunità e convenienza politica, in maniera strumentale in un certo senso. A nostro avviso servirsi della guerra in Ucraina per affermazione personale non ci pare un comportamento molto NOBILE. Bisogna riconoscere che è riuscita a conquistare il “cuore” del presidente Zelensky come sincera alleata e riferimento per l’Italia, che in occasione dell’ odierna festa della Repubblica ha fatto gli auguri nominativamente alla Giorgia Meloni ed a tutti gli italiani che ultimamente da qualche partito e da movimenti pacifisti non sono d’accordo nell’invio ulteriori di armi per l’avvio di negoziati di pace.

Una secondo rilievo riguardo a questa posizione “bellicista” della Meloni per la poca attenzione ed un impegno per la fine delle ostilità e negoziati di pace in presenza a Roma di una missione del Vaticano per creare condizioni che facilitino negoziati di pace, pur ripetendo che occorre giungere ad una pace “giusta” che è quella del piano del Presidente Zelensky.

Chiara è invece la posizione espressa ieri al Quirinale in occasione della festività della festa della Repubblica dal Presidente Mattarella che ha ricordato che secondo la Costituzione la Repubblica italiana ripudia la guerra come soluzione dei conflitti e assicura il sostegno all’ Ucraina in guerra nell’ambito dell’Ue. Queste le sue affermazioni:"Assistiamo oggi con interesse e attenzione a tentativi di individuare sentieri di dialogo per giungere alla pace - ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando dal Quirinale -.

I principi di solidarietà e giustizia che debbono unire i popoli impongono la ricerca di una pace giusta e non di una pace raggiunta ai danni di chi è stato aggredito. È in questo spirito che l'Italia, nel quadro della sua convinta appartenenza all'Unione Europea e all'Alleanza Atlantica, continuerà ad assicurare il proprio sostegno al popolo ucraino e al suo diritto all'indipendenza".

In conclusione, riferendoci ad un noto libro e film della letteratura russa, Giorgia Meloni “guerra o pace” o “guerra e/o pace”.

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