Fratelli di Giorgia, una ricerca sulla destra nazional-conservatrice (recensione)

di Domenico Pizzuti sj



Il volume di Salvatore Vassallo e Rinaldo Vignati, Fratelli di Giorgia. Il partito della destra nazional-conservatrice, Il Mulino, Bologna 2023, pp.291, rappresenta il risultato o Report scientifico di una ricerca ideata a fine 2021 nell’ambito dell’Istituto Cattaneo di Bologna, quando affermano gli Autori "ci è parso chiaro che il partito di Giorgia avrebbe portato importanti cambiamenti nella scena politica italiana, mentre di quel partito si sapeva assai poco" (p.9). Prima di questo volume non sembra che ci siano state altre analisi egualmente approfondite per cogliere, in maniera non pregiudiziale le caratteristiche distintive dell’impresa e l’impatto sul sistema politico italiano. Questo certamente non preclude, ma rende necessario, l’esercizio critico secondo canoni condivisi nella letteratura scientifica delle scienze sociali.

I ricercatori hanno cercato di individuare e circoscrivere , come per qualsiasi altro partito, “specifici elementi della comunicazione, della cultura politica, e delle proposte di politica pubblica di Fdi che includono potenziali deviazioni da principi, forme e regole, della democrazia liberale” (p. 10). Il titolo del libro “Fratelli di Giorgia” non è provocatorio, ma intende riassumere il senso del percorso, da cui nasce e si è sviluppato Fdi insieme agli ex quadri giovanili di An e che l’avevano già riconosciuta leader della loro generazione. Insieme a loro, nel periodo 2013-2018, aveva strutturato la rete organizzativa, i tratti identitari, ed i canoni comunicativi del nuovo soggetto politico. Poi dal 1918 al 2022 lo ha guidato e trasmesso l’immagine nella fase dell’ascesa e superare tutti i concorrenti. Il successo della seconda fase è stato reso possibile grazie a fortunate condizioni del contesto politico, ma anche della fase precedente: in entrambe chiosano gli Autori le procedure democratiche interne sono rimaste assai deficitarie e aggiungiamo noi anche nella conduzione del partito al governo per la vittoria elettorale delle elezioni politiche del 25 settembre 2022.

La ricostruzione di questo percorso parte da molto prima; illustrano l’ excursus storico i capitoli. 2 e 3 che serve a documentare e circoscrivere gli elementi di continuità e rottura sul piano ideologico ed organizzativo con i precedenti partiti della Fiamma (Msi ed An). I capitoli successivi illustrano la fase fondativa, la struttura organizzativa interna, la cultura politica, la comunicazione, i programmi, i rapporti internazionali, l’elettorato di FdI.

I capitoli 4 è dedicato a “FdI il partito della terza generazione”; il 5 a “l’organizzazione e democrazia interna”, il 6 alla definizione fondamentale del partito come “nazional-conservatore” chiarendo il senso del nazionalismo e conservatorismo del partito FdI, il 7 a “filoatlantici ed eurocritici per le relazioni internazionali, e l’8 ad un elemento specifico della comunicazione con il titolo evocativo “Una madre contro il mainstream”. Riguardo “il mezzo ed il messaggio” i ricercatori evidenziano una delle caratteristiche alla base del successo di "FdI partito old style con una leader pop. La sua struttura interna è rigorosamente gerarchica, dirigenti e quadri che ne costituiscono l’ossatura organizzativa sono in larga parte politici di professione formatisi dentro una cultura tradizionalista” (p. 191) e che quindi con la vittoria elettorale sono passati ad occupare ruoli di governo nella maggioranza del Consiglio dei ministri.

Un altro aspetto che caratterizza non solo la vita interna del partito, ma che appare evidente nella comunicazione politica di Giorgia Meloni, è la sovrapposizione quasi totale tra l’immagine del partito e la leader: "La leader, del resto, si è prestata ad assumere tutte le declinazione della politica pop, cioè della politica personalizzata e spettacolare che punta a creare processi di identificazione ed empatia con il pubblico" (Ib.), come si rivela anche nella presenza continua quotidiana nei canali delle Tv di Stato e private su gli affari di governo ed anche per il vezzo di proporre insegnamenti secondo l’ideologia di FdI.

Il percorso illustrato nel volume si muove tra la constatazione iniziale di un “partito in ascesa” (p. 13) ed il capitolo finale “alla guida della nazione (p. 251 e seguenti), di carattere interpretativo nell’ambito politologico, in cui gli Autori si provano a dare una risposta alla domanda: “come ha fatto quella che poteva sembrare l’ultima scheggia della diaspora post-missina a diventare il primo partito italiano fino ad assumere la guida della nazione. Alla luce di quanto emerso nei capitoli precedenti e seguendo Machiavelli, possiamo suddividere le spiegazioni in fortuna e virtù” (p. 262-264).

Questa spiegazione rappresenta un salto interpretativo rispetto alla riconduzione del successo di FdI lungo il volume alla leadership pop di Giorgia Meloni e alla coesione gerarchica della dirigenza di FdI. Resta, come accennato anche dagli Autori, la faccia non apparente di un partito in cui la democrazia interna è poco attuata per la predominanza della leadership di Giorgia Meloni che si gioca il potere a Palazzo Chigi.

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