L'eterno femminino nel pensiero di Teilhard De Chardin (recensione)

di Domenico Pizzuti sj


La dott.ssa Anna Maria Tassone Bernardi, studiosa ed appassionata del pensiero di Pierre Teilhard De Chardin, gesuita francese, teologo, filosofo, paleontologo di fama mondiale, in questo saggio della collana Spiritualità della Gabrielli Editori, L’elemento femminile nel pensiero di Pierre Teilhard De Chardin, prefazione di Gianfilippo Giustozzi, Gabrielli Editori, San Pietro in Cariano (Verona) 2023, pp. 127, un aspetto particolare del pensiero di Pierre Teilhard De Chardin, ha il merito indubbio di "aver riproposto all’attenzione del pubblico alcuni testi teilhardiani che possono dare un significativo contributo al dibattito attualmente in corso sul ruolo della donna nella Chiesa, sul celibato ecclesiastico, sul significato della pratica della castità nella vita religiosa" (Ib., p.14). 

Il gesuita francese riconosce il ruolo essenziale che il confronto con figure femminili ha avuto nella costruzione del suo pensiero "nulla si è sviluppato in me se non sotto l’influsso di una donna" (pp. 29-37). Come l’Autrice documenta nel capitolo terzo dedicato alla ricostruzione de “Le amicizie femminili di Teilhard”, il gesuita, nelle condizioni di isolamento sia in Francia per l’incomprensione del suo pensiero in ambienti ecclesiastici sia in due decenni inviato in Cina per trarlo fuori dalle contrarietà ambientali, trova in queste donne di alto profilo intellettuale una cerchia di interlocutrici nell’ elaborazione del suo pensiero.

La dott.ssa Anna Maria Tassone in questo saggio propone tre tipi integrali di testi attraverso i quali Teilhard riflette sul rapporto uomo-donna e sulla castità dei religiosi: il primo è un vero poema nel quale ispirandosi al cap.24 dell'Ecclesiaste, (parafrasando anche il cap. 8 del libro dei Proverbi) che tratta della Sapienza e sostituendovi il termine di Eterno Femminino, affronta il tema dell’ amore . Lo indica come forza di unificazione, ne segue le successive fasi di sviluppo che vanno dalle attrazioni primordiali tra gli elementi fisico-chimici, alla forza riproduttiva del mondo vivente, alla funzione che gli ha attribuito Cristo. La donna viene definita come “l’aspetto congiuntivo dell’essere ossia l’Unitivo”. Liricamente si esprime così all’inizio del suo poema: "Tutto si muove e si coordina grazie a me. Sono il fascino diffuso nel Mondo affinché si unifichi, - l’Ideale sospeso al di sopra di esso per farlo andare verso l’alto, Sono l’Essenziale Femminino" (Ib., pag. 46). 

Il secondo è un importante saggio L’evoluzione della castità, che presenta una visione della castità difforme dal modello egemone nel modello ascetico che per i religiosi viene pensata in termini di “separazione” dal mondo femminile, con l’obiettivo di valorizzare questo gesto per renderlo aderente alla struttura ed ai valori del Mondo odierno. Il terzo tipo di testi raccoglie tre omelie di pronunciate in occasione di matrimoni di parenti ed amici in cui il gesuita vede nella coppia una “diade affettiva” aperta alla costruzione di un mondo in cui possa circolare la forza costruttiva dell’amore.

Nel riproporre i testi del gesuita francese sul rapporto uomo-donna, l’Autrice evidenzia come l’interpretazione teilhardiana dell’"Eterno Femminino" presenti una profonda rivalutazione della donna grazie al suo ruolo all’interno della creazione, come energia unificante che attraversa le cose e tutti gli esseri umani, dagli atomi alle molecole fino al rapporto tra uomo e donna. L’Eterno Femminino come elemento determinante nel condurre l’Universo intero a evolversi fino al ricongiungimento al Dio che lo attende. Un ruolo unificante non solo di femminile e maschile, ma spiritualizzante. Teilhard vede nell’unione vera una forma di spiritualizzazione, “quella che semplifica, cioè che spiritualizza…la vera fecondità è quella che associa gli esseri nella generazione dello Spirito” (Ib.. p. 51).

La Tassone in questo appassionato saggio ha messo in evidenza la forza creante e spiritualizzante del femminile secondo Teilhard fino ad affermare chiaramente l’amore come “energia propria della Cosmogenesi”, nella convinzione che tale forza evolutiva conduca all’instaurarsi di un “senso umano” generatore non solo di un amore circoscritto a due, ma di un “amore universale” senza il quale le società non potranno mai organizzarsi per il bene comune (Ib., pag. 123). 

Questo libretto non solo fa gustare alcune delle elaborazioni del gesuita francese sull’amore nei testi integrali citati e commentati, ma per alcuni questa riproposizione del pensiero di Teilhard De Chardin assume il carattere di una “riscoperta” che illumina la banalizzazione dell’amore umano nel clamore mediatico, ma anche alcune teologie, direbbe Teilhard, composte tuttora da materiali caduchi.

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