Una politica epidermica e ignorante

di Domenico Pizzuti sj

Di fronte agli eventi estremi (nubifragi nelle regioni del nord ed incendi in regioni del sud d’Italia) che si sono verificati in queste mesi estivi - anche se gli incendi tradiscono una “manina” si fa per dire delle organizzazioni criminali presenti in alcune aree del Mezzogiorno e non sono attribuibili allo scatenarsi di eventi estremi - ha scatenato polemiche una affermazione della nostra e loquace “Presidentessa” Giorgia Meloni che leggiamo anche nei video della Tv: “L’Italia è messa a dura prova da incendi e disastri del maltempo”. 

Sappiamo che la nostra Giorgia ha sempre una saccente spiegazione per tutto essendo premier di governo per grazie di una maggioranza elettorale che però sono minoranza del corpo elettorale, ma questa affermazione uscita dalla sua bocca ci sembra tanto quella delle nostre saggie nonne che di fronte a disastri dal cielo si riferivano al “o ‘malo tiempo”. Non è solo una espressione “dal sen sfuggita della Giorgia e manifesta una difficoltà a misurarsi propriamente con gli effetti della “crisi climatica”, tanto è vero che nel governo da lei presieduto non è stato previsto uno ministero specifico sulla “transizione ecologica” come in precedenti governi del paese. Ma è manifestazione di una concezione ideologica sulla transizione ecologica, simile a quella dei “no vax” rispetto alla diffusione del covid in ambito sanitario.

AL comizio ai “los patriotas” del partito di estrema destra Vox in data 13 luglio alla vigilia delle elezioni politiche della Spagna, ricordo di aver ascoltato con qualche meraviglia un feroce attacco al fanatismo ultra-ecologista della sinistra, che occorre fermare perchè la sinistra porterebbe un attacco al nostro modello economico e produttivo. Eppure in sedi internazionali e nell’opinione pubblica del nostro paese si è parlato molto nelle scorse settimane di “crisi climatica e delle sue conseguenze e di come fronteggiarla. Al di là della sede in cui questo attacco è stato formulato in spagnolo, comprensibile da tutti. Certo faceva parte di una più ampia visione identitaria di stampo tradizionale della destra di Fratelli d’Italia espressa dalla nostra Giorgia alla precedente assemblea di Vox, e lascia trasparire una difficoltà della Presidente di Fdl a staccarsi dalle radici della sua formazione strizzando nel contempo l’occhio al negazionismo climatico che certo non ci appartiene. 

Soggiacente a queste polemiche che non giovano alla rispettabilità ed affidabilità di una premier di governo è la preparazione e cultura del personale di governo che siede a Palazzo Chigi. Al recente incontro sul “Codice di Camaldoli” il Cardinale Matteo Zuppi sulla partecipazione e preparazione dei cattolici alla vita democratica ammoniva: "Già, perché proprio «dal divorzio tra cultura e politica» nasce «una politica epidermica, a volte ignorante – come ha spiegato il presidente della Conferenza episcopale –, con poche visioni e segnata da interessi modesti ma molto enfatizzati". 
Naturalmente “unicuique suum” questo ammonimento, perchè non basta una investitura elettorale ed essere chiamati a ruoli governativi per affrontare le varie sfide anche quelle climatiche con sapere e saggezza.

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