Caivano: la premier, il prete, la gente

di Domenico Pizzuti sj

In occasione della visita della Premier Giorgia Meloni al Parco Verde (Caivano) propiziata da Don Patriciello, al centro dell’attenzione mediatica, un amico di Scampia mi ha chiesto se avevo ascoltato i discorsi di don Patriciello.

Ho seguito sui mezzi di informazione, specialmente TV, le vicende riguardanti la visita della Premier al Parco Verde richiesta da don Patriciello ed annunciata ad un pubblico esiguo all’interno della Chiesa parrocchiale e poi alla manifestazione contro il degrado del Parco Verde di un ristretto numero di cittadini provenienti in gran parte da Napoli. Dal mio "buen retiro" di Posillipo certo fisicamente non ho avuto occasione di ascoltare i suoi discorsi che a mio avviso sono ispirati alla promozione, osservanza e rispetto della “legalità” specialmente nell’ambiente di vita a Caivano ma non solo: predicare è la specialità di ogni sacerdote, cioè saper parlare certo per annunziare la “buona notizia” del Vangelo di Gesù anche alla gente del Parco Verde abbandonata e disillusa, ma anche speranza e pienezza di vita per il futuro.

Rispetto alla sua azione sociale, per non dire “politica” o scenografica che tale è, mi pongo almeno due domande: in primo luogo effettivamente quale realtà esprime ed interpreta nei suoi interventi, non sembra quella della rabbia di coloro che sono stati per decreto privati del Reddito di cittadinanza, che anche se in piccolo numero sono rimasti fuori dei cancelli della Parrocchia e non sono stati interlocutori con i responsabili istituzionali intervenuti con la Premier Giorgia Meloni; in secondo luogo, quali azioni concrete sono state messe in atto dalla parrocchia gestita dal Nostro e dalla chiesa diocesana per rispondere all’assenza deprecata dello Stato ed ad un degrado anche morale dell’aggregato umano del Parco Verde con i suoi 3.000 abitanti. Ci si può interrogare se la sua meritevole attenzione ai problemi del Parco Verde da parte di don Patriciello è puramente personale o ha il supporto della chiesa diocesana che con il suo vescovo ha partecipato all’incontro delle autorità con la premier Giorgia Meloni.

Bisogna riconoscere che la Meloni responsabilmente ci ha “messo la faccia” ed è rimasta fedele senza sbavature al suo ruolo istituzionale e non ha fatto proposte mirabolanti irrealizzabili (più assistenti sociali, insegnanti, forze dell’ordine, riapertura in primavera prossima della struttura sportiva Delphinia) e programmaticamente una radicale Bonifica del Parco che nel linguaggio - come osservava alla trasmissione di ieri sera “In onda” anche la ex ministra torinese del lavoro del governo presieduta dal senatore Monti - richiamava altre “bonifiche” del ventennio riguardanti le “paludi pontine” gestite dall’alto.

Ci sono invece sembrate eccessive l’accoglienza e le manifestazioni di affettuosa attenzione da parte del don Patriciello nei confronti dell’ospite istituzionale venuta per visitare il discusso Parco Verde e riaffermare la presenza dello Stato anche in queste situazioni periferiche e riaffermare la presenza dello Stato che secondo la stessa Meloni aveva “fallito” nei decenni precedenti con la sua assenza ai problemi degli abitanti del Parco. Si è evidenziata nei colloqui una vicinanza e consonanza in un contesto di familiarità che interroga (l’abbraccio tra chiesa e politica storicamente è sempre stato nocivo!).

Un ulteriore interrogativo, a chi parla realmente questa rappresentazione che si è svolta a Caivano a partire dai locali della parrocchia di don Patriciello, quando al di là di un esiguo nucleo di protestatari la popolazione è sostanzialmente rimasta chiusa in casa per un atavica sfiducia o disillusione nei confronti dello Stato e dei suoi rappresentanti.

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