Strategie per Caivano. Superare il degrado

di Domenico Pizzuti sj



Nelle discussioni e manifestazioni riguardanti il degrado sociale, culturale, criminale del cosiddetto “Parco Verde” frazione del Comune di Caivano (35.700 abitanti), grande “buco nero” per un esteso traffico delle droghe ad opera di gruppi della criminalità organizzata che minacciano la stessa sicurezza degli abitanti, come la denuncia odierna di una mamma della bimba di 12 anni abusata di essere stata “minacciata” per le sue denuncie e di altre madri che affermano di vivere in un “inferno” per le prepotenze di criminali del luogo, degrado messo di nuovo allo scoperto da ripetute violenze sessuali su due bambine di 10 e 12 anni da parte di una banda di adolescenti e due giovani adulti e alla fine denunciate dalle madri di queste bimbe abusate. 

Diventato un “caso” nazionale di assenza dello Stato - che pur ha costruito questi casermoni, sedi di almeno due istituzioni scolastiche, palestre per lo sport e ci auguriamo anche farmacie - sono emerse da rappresentanti locali come don Patriciello parroco del malfamato rione, il Governatore della Campania e la premier Giorgia Meloni diversificate strategie di intervento che qui richiamiamo:

1. La premier del governo di destra-centro Giorgia Meloni, invitata da don Patriciello a visitare il c.d. “Parco Verde” ha dichiarato senza mezzi termini che “l’area va bonificata, non è accettabile che esistano zone franche in cui lo stato assente lascia mano libera alle organizzazioni criminali”, secondo il contrasto alle organizzazioni criminali nel programma del governo che presiede.

2. Secondo il Governatore della Regione Campania, che non abbiamo visto alla manifestazione di ieri anti-degrado a Caivano, lo stato non esiste a Caivano , bisogna militarizzare, “bisogna andare a Caivano e istituire una zona di assedio militare, si deve fare come quando si inviano reparti in guerra. Bisogna togliere l’aria ai camorristi”.

3. Una proposta meno bellicosa è quella di Don Patriciello ed altri interessati cittadini, cioè operare per combattere l’illegalità diffusa e formare ad una mentalità di legalità gli abitanti del rione e del territorio circostante.

4. Il ministro dell’interno Piantedosi da parte sua ha affermato che la situazione del rione coinvolge anche una “questione culturale”, cioè uno “stile di vita” secondo un report degli assistenti sociali operanti nel Parco e studiosi riguardante l’importanza dell ’istruzione scolastica, della formazione e dell’educazione in senso anglosassone non solo per l’età giovanile.

A nostro avviso, secondo un manifesto in evidenza nella manifestazione anti-grado del Parco, per “ricreare” il Parco Verde, cioè gli abitanti liberati dalle prepotenze dei criminali secondo regole e mentalità di legalità e vita civile, non occorre presidiare militarmente per un anno l’area, perché secondo un intervento sistematico di bonifica degli abitati dai covi della diffusione e dell’uso delle droghe da parte di gruppi criminali, effettuato da parte di un efficiente Polizia di Stato nel corso del 2012 nel rione Scampia, che ricordiamo chiaramente per esempio per il Lotto P, - a cui stranamente non è stata dato all’epoca opportuno rilievo pubblico -. 

Si tratta di una operazione ordinaria della Polizia di stato che richiede una decisione di intervento sistematico dall’alto per liberare un area, un rione dai traffici non solo delle droghe, da gruppi della criminalità organizzata. “Si puote” allora anche a Caivano per liberare il Parco Verde ed i suoi abitanti dai traffici e dalle reti della criminalità organizzata con l’adesione degli abitanti e da “L’inferno” in cui ritengono di vivere secondo affermazioni ripetute preoccupate madri del Parco.

Commenti

Più letti