La cassa propagandista e la democrazia sfigurata

di Domenico Pizzuti sj

La cassa propagandistica da parte di Meloni e compagni di governo che ha accompagnato la elaborazione ed approvazione da parte del Cdm della manovra economica 2024 al di là dei reali contenuti di essa, con la postilla formale che sono necessari ulteriori passi fino alla firma della relativa legge da parte del Presidente della Repubblica. 

La seconda riguarda la stessa natura di un bilancio economico 2024 da parte del governo in carica al di là della propaganda messa in atto per proporre all’opinione pubblica alcuni benefici di essa per particolari bisogni della platea dei cittadini che guardano a ciò che può loro venire in tasca ai o all’efficienza di particolari servizi alle famiglie. 

Infatti, specialmente dalla premier in una comunicazione continua tramite video ed altro media è stato ripetutamente insistito su risorse e benefici a famiglie, natalità (che richiama politiche del ventennio sul fare figli…) imprese privilegiate dal governo di destra in carico, e così via che così hanno carattere particolaristico o anche corporativo. 

Si tratta, come mi fa riflettere un mio amico di RETORICA di ogni governo per accreditarsi e conservare il consenso da parte dei loro sostenitori. Forse viene in evidenza un certo carattere POPULISTICO che premia la fedeltà del consenso ed umilia come è stato evidenziato da studi gli avversari, caso clamoroso l’opposizione ribadita alla proposta delle opposizione di un “salario minimo” ai lavoratori per legge come in altri paesi europei. 

Un documentato articolo dell’economista Carlo Cottarelli La manovra della precarietà, La Repubblica, martedì 17 ottobre, pag. 37, tra l’altro mette in evidenza che si tratta di misure temporanee, la legge di bilancio rimanda al futuro i problemi del Paese, “per aumentare il nostro potenziale di crescita servono riforme permanenti non interventi temporanei” (Ibidem).

Questa impostazione propagandistica della Premier e del governo da lei presieduto mette in ombra la reale natura del bilancio economico di un governo che a nostra conoscenza deve provvedere alle spese per la fornitura di servizi universali in maniera efficiente da parte delle varie istituzioni alla platea dei cittadini, dalla scuola, alla sanità, alla giustizia, alla pubblica amministrazione, alle risorse per la crescita economica del Paese e così via. 

Di conseguenza è stata proposta una “Curvatura propagandistica” della legge di bilancio che DEFORMA pubblicamente la natura reale della Legge di bilancio ai poco acculturati cittadini. Un noto studio politologico di Nadia Urbinati, Democrazia sfigurata. Il popolo tra opinione e verità, Università Bocconi Editore, Milano 2014, tematizza appunto nei sistemi populistici modalità di deformazione dei procedimenti democratici. 

Secondo questo saggio, La democrazia rappresentativa è un sistema diarchico fondato sulla "volontà" (diritto di voto, procedure e istituzioni che regolano la formazione di decisioni volontarie o sovrane) e sull'opinione (sfera extraistituzionale delle opinioni politiche), che si influenzano e collaborano, senza mai fondersi. Questo è il volto che oggi appare sfigurato. 

Tre le deformazioni: la tendenza a letture apolitiche della deliberazione pubblica (il mito del governo tecnico); la promozione di soluzioni populiste; la spinta al plebiscito e dunque la democrazia dell'audience. Riaffermare il potere della diarchia, tutelando la funzione dell'opinione, è essenziale alla sopravvivenza della democrazia.

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