La nostra civiltà giuridica in pericolo

di Domenico Pizzuti sj

Abbiamo già commentato la sentenza del Procuratore della Repubblica di Catania Iolanda Apostolico in data 29 settembre che metteva in discussione il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti paesi sicuri, per ricorso da parte da quattro migranti del Centro per rimpatrio accelerato di Pozzallo, perché la norma del “Decreto Caivano” confligge con la normativa europea oltre a non essere in linea con i principi costituzionali. A nostro avviso si configurava l’ILLEGALITA’ di una norma LEGALE da parte di un rappresentante della giurisdizione nell’esercizio della sua funzione a presidio dei diritti dei migranti. 

Si è scatenata con alcuni video una CAMPAGNA contro la giudice di Catania da parte del vice presidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini con alcuni video che mostravano la partecipazione della Apostolico ad una manifestazione pubblica  di cinque anni addietro per un provvedimento dell’allora Ministro dell’Interno che non consentiva lo sbarco di migranti dalla nave Diciotti. In tal modo si insinuava un PREGIUDIZIO  della giudice nei confronti di Matteo Salvini - ancora persistente dopo cinque anni - che sostanzialmente non accettava il tenore della sentenza che metteva in libertà i migranti ricorrenti. Analoga sentenza di altro giudice del Tribunale di Catania è stato emesso per il trattenimento di sei migranti da parte del Questore di Ragusa.


Senza giri di parola, è una campagna tipo la “Bestia” struttura di comunicazione della Lega per delegittimare l’azione giudiziaria della Apostolico per presunto pregiudizio avverso Salvini, cioè dei provvedimenti di trattenimento dei migranti, confliggeva con una politica di trattenimento e rimpatrio dei migranti che non si poteva giudicare e sanzionare dal punto di vista della legalità dei provvedimenti governativi. Esiste sempre anche la possibilità del ricorso ad altro giudice sul tenore della sentenza secondo norme italiane ed europee.


Non basta un dubbio di un pregiudizio da parte della Apostolico, a cui va la nostra solidarietà, perché in ogni caso va dimostrato nel processo di emissione della sentenza l’indipendenza del rappresentante della giurisdizione e non da alcuni video di partecipazione ad una manifestazione pubblica che secondo il Ministro della giustizia Nordio “poteva ma non doveva”.


Al di là di questa polemica che non fa bene al paese, che configura un rappresentante governativo che si fa legge e giudica i giudici, a nostro avviso viene in evidenza che non vengono accettate due convinzioni della nostra società civile, cioè LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI che campeggia in tutti i Tribunale del paese, e LE SENTENZE SI RISPETTANO da tutti i cittadini anche dal politico di turno. Altrimenti siamo di fronte allo stravolgimento del criterio democratico della “Separazione dei poteri”. Cittadini riflettete, si tratta della nostra “civiltà giuridica”!

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