Legali o illegali?

di Domenico Pizzuti sj

Con sentenza del Procuratore del Tribunale di Catania Iolanda Apostolico in data 29 settembre, in seguito a ricorso di 4 migranti del Centro di rimpatrio di Pozzallo, secondo report Ansa, “Ad essere messo in discussione è il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri, che sono in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata, e la relativa cauzione di cinquemila euro per rimanere in libertà: secondo il giudice è illegittima e confligge con la normativa dell'Unione europea oltre a non essere in linea con i principi costituzionali”.

Come risultato di questa sentenza, tre migranti tunisini del Centro di Pozzallo sono stati messi in libertà con forti polemiche di rappresentanti del governo e della stessa premier Meloni perché la sentenza del Tribunale di Catania sarebbe contro il governo, interferenza prontamente respinta dal magistrato De Lucia, Procuratore della Repubblica di Palermo,perché si tratta di un atto legittimo della “giurisdizione” da parte di un giudice.

La prima ed evidente chiarificazione, che per difesa provvedimenti del governo non si vuol vedere, la sentenza del Tribunale di Catania dichiara che provvedimenti legali del governo del c.d. decreto Caivano sull’espulsione accelerata risultano ILLEGALI, si configura così una LEGALITA’ ILLEGALE, una “giustizia non giusta” nei confronti di migranti trattenuti illegalmente nel centro di Pozzallo che vengono rimessi in libertà.

In secondo luogo, a nostro avviso, di fronte a ipotetiche interferenze di rappresentanti della magistratura inquirente o politicizzazione delle toghe nell’adempimento del loro ufficio, si evidenzia non solo dalle polemiche che sono seguite alla sentenza, un aspetto del sistema democratico, che Wikipedia esprime così: “Il sistema politico italiano è organizzato secondo il principio della separazione dei poteri: il potere legislativo è attribuito al Parlamento, al governo spetta il potere esecutivo, mentre la magistratura, indipendente dall'esecutivo e dal potere legislativo, esercita il potere giudiziario”.

I rappresentanti dell’esecutivo certo non possono interferire nell’azione del potere giudiziario, e quindi la Meloni non si può attribuire in alcun modo un potere di giurisdizione per una sentenza non gradita che smonta di fronte all’opinione pubblica un decreto propagandato, che tra l’altro è soggetto all’approvazione del Parlamento.Ed in attesa inoltrare un ricorso contro la sentenza del Procuratore di Catania per eventuali limiti da appurare da parte di altro giudice.

In terzo luogo, a nostro avviso nella polemica insensata di rappresentanti dei partiti della coalizione di governo di una “destra corporativa”, non è fuori luogo evidenziare il fenomeno che secondo studi politologici porta il “principio maggioritario” su cui si regge anche il sistema democratico ad assumere la veste di DITTATURA DELLA MAGGIORANZA nel suo esercizio anche per la frammentazione dei partiti di opposizione. Piuttosto, nel nostro caso, si tratta di concentrazione del potere rilevato anche dal Presidente della Repubblica o di “autoritarismo” rosa della premier di governo che non va approvato.

Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco alla fine del suo mandato ha richiamato che nella questione migranti occorre LUNGIMIRANZA e non ricorrere a slogan nella discussione, e per un principio di adeguamento alla realtà dei flussi migratori aggiungiamo che secondo un pertinente linguaggio religioso i nostri attuali governanti sono affetti da “Cecità” volontaria per cui per vari interessi si vuole essere e persistere nella cecità di fronte all’umanità in movimento.

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