Cecità ideologica e violenza di genere

di Domenico Pizzuti sj

Per la zelante ministra alle Pari opportunità, Eugenia Roccella, graziata per essere stata assunta in una squadra di un governo di destra di stampo conservatore, quella di sabato 25 novembre è stata "una occasione sprecata". "Mi dispiace - afferma - che la manifestazione promossa da Non una di meno, che poteva essere una grande occasione, sia stata sprecata per motivi ideologici”. 

Per ogni onesto osservatore della marea di persone di colore fucsia che hanno partecipato alla manifestazione al corteo ed al Circo Massimo (500mila secondo le associazioni organizzatrici della società civile) la dichiarazione inaudita della Ministra lascia perplessi non tanto per motivi ideologici ma per mancanza di realismo e percezione della natura e significato di questa manifestazione collettiva di cittadini in nome di Giulia Ceccherin per l’eliminazione del fenomeno della violenza di genere non solo nel nostro Paese. 

Oltre l’imponenza quantitativa della partecipazione (descritta come marea umana o una sorta di tsunami umano) e la spontaneità dell’organizzazione da parte di associazioni minoritarie della società civile ideologizzate o meno che hanno lanciato l’appello ad una pubblica manifestazione per dire “Basta” ai femminicidi di donne amate possessivamente, a nostro avviso - non pensiamo di sbagliare - i partecipanti erano non solo padri e madri con le loro figlie per una loro coscientizzazione in modo da difendersi - ma appartenenti ad un ceto medio acculturato ma non solo sull’onda emotiva della crudele uccisione di Giulia per mano dell’ex fidanzato ora in carcere a Verona. 

Quindi manifestazione di sentito carattere antropologico perchè riguardava carne e sangue di una giovane donna del nostro Paese eliminata da una mano omicida. Non si trattava certo di ideologie in campo, ma di espressione di una responsabilità collettiva nei confronti delle violenze anche omicide nei confronti delle donne ingannate da un falso amore maschile predatorio.

In questo caso della ministra Roccella si tratta invece realmente di CECITA’ ideologica per allinearsi alla campagna governativa contro la violenza di genere “non siete sole, chiamate 1522”, inaugurata dalla premier Meloni in una nera serata di venerdì 24 novembre davanti a Palazzo Chigi illuminato di rosso, di cui ad un precedente intervento. Per amore di Dio, come si dice, questa delicata e sensibile umanamente materia non si può buttarla in interessata propaganda per cavalcare l’onda di indignazione individuale e collettiva della mobilitazione della società civile nelle piazze delle città italiane. 

Da questa affermazioni della Ministra Per le pari opportunità emerge un esponente di governo di destra post-fascista che si rivela non in sintonia con il sentimento, valori di vita non negoziabili, aspettattive, di richiesta e difesa si diritti di larghi settori della società civile che si mobilitano all’occasione. Abbiamo l’impressione che questa complessa e delicata materia di genere non sia COSA di questo governo, la sua ideologia e programmi da attuare, certo la Ministra per la sua storia non è una “femminista” di battaglia perchè siede negli scranni di Palazzo Chigi “allineata e coperta” con i programmi governativi.

L’eliminazione delle violenze di genere fino al femminicidio è in ogni caso una BATTAGLIA CIVILE che deve continuare, anche facendo rumore per le orecchie di qualcuno, ma deve scendere in profondità per la crescita del riconoscimento, rispetto, protezione, sane affettività per le donne di ciascuno e di tutti. E’ un tesoro prezioso da custodire e proteggere al di là delle varie subculture locali e nazionali, perchè secondo la Bibbia all’origine Dio “maschio e femmina li creò”.

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