La colonia d'Albania

di Domenico Pizzuti sj

Ieri le informazioni televisive hanno trasmesso un video con Giorgia Meloni e il primo ministro albanese che sorridendo esibiscono i documenti sottoscritti dalle due parti per la realizzazione di due centri migranti sul territorio albanese, per una regolazione dei flussi di migranti. 

Si tratta di una iniziativa o impresa meloniana - si potrebbe forse caratterizzare come “impresa coloniale” per altri ricordi del Ventennio fascista - in questo caso frutto di uno scambio politico tra disponibilità del territorio albanese per centri migranti salvati dai naufragi e sostegno italiano alla adesione dell’Albania alla desiderata Unione europea. 

Su questa iniziativa italiana si addensano molti interrogativi, tanto che l’Ue ha chiesto di avere ulteriori dettagli per verificare osservanza norme europee ed internazionali da parte del governo italiano. Perchè si teme una frantumazione diritto di asilo. Alcune osservazioni su questa iniziativa riguardano gli aspetti disattesi nella pubblica discussione su questo accordo bilaterale, tra un paese appartenente alla Ue ed un paese terzo dell’area dei Balcani, aspirante ad una integrazione nella Unione europea. 

Il ché pone tra l’altro un problema di extraterritorialità nella gestione dei flussi di migranti salvati nelle acque del Mediterraneo da navi italiane (Guardia costiera e Guardia di Finanza) e sbarcati in un porto di paese terzo per essere avviati dopo procedure di identificazione e raccolta domande di asilo e protezione internazionale (in Italia o Albania?) ai centri di accoglienza e rimpatrio, da realizzare in un’area messa a disposizione entro la primavera 2024, ovviamente con risorse del nostro paese. Che a prima vista risultano più costose rispetto ad un sistema di accoglienza "fatto in casa".

La nostra riflessione su questa iniziativa meloniana sulla gestione dei flussi di migranti riguarda un fatto evidente perché questo accordo viene veicolato come un successo della Giorgia Meloni e se ben comprendiamo di Palazzo Chigi senza alcun riferimento e riconoscimento di altre istituzioni ministeriali (per esempio Ministero dell’Interno con organi deputati con competenza e responsabilità alla questione migranti da parte del nostro paese) e dello stesso vice.presidente Matteo Salvini.

L’accordo certo è stato realizzato a seguito di un lavoro interno (noto o non noto) e di relazioni internazionali della nostra Giorgia che certo in estate non è stata invitata dal primo ministro albanese ad un veloce aperitivo ma di più cogenti interessi reciproci per raggiungere un accordo condiviso tra le due parti. 

A nostro avviso non c’è stata solo una concentrazione di attenzione nella visibilità della conferenza stampa di presentazione dell’Accordo, ma soprattutto occorre disvelare una evidente CONCENTRAZIONE DI POTERE IN capo alla Giorgia premier del Consiglio dei ministri, nel silenzio non solo di altro ministro di governo, che abbiamo denunciato fin dalla campagna elettorale per le elezioni politiche del settembre 2022.

Ma il significato di questo accordo al di là delle varie clausole, a nostro avviso, appare chiaro che ci ricorda che nella prima settimana del governo Meloni che tramite Salvini chiedeva una stretta nei confronti dei flussi di migranti: oltre alla selezione dei migranti considerati alla stregua di "scarti" da parte del Ministro dell'Interno, fu negato lo sbarco nei nostri porti della Ong Ocean Wiking con confusione ed incomprensioni con la Francia che autorizzò lo sbarco in un porto francese del Mediterraneo. 

In questa occasione definii questo atteggiamenti del nuovo governo come Strategia tendente all'ALLONTANAMENTO dal nostro territorio dei flussi migranti in attesa di sbarcare. Questa strategia non è cambiata se naufraghi salvati da navi italiani sono scaricati in un porto albanese per essere avviati ai centri migranti di detenzione e rimpatrio in territorio albanese, al di là delle aspettative dei migranti salvati in mare che non contano per nulla, ma sono "scarti" da portare dopo una circumnavigazione della penisola in un porto albanese prossimo alle strutture dei centri migranti da realizzare a spese dell'Italia. 

Non c'è UMANITA' di questi attuali governanti che dispongono della vita di naufraghi e migranti scaricandoli in territori di paesi terzi che non appartengono ancora alla Unione europea, in attesa della verifica dell'accordo in Parlamento.

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