Sui femminicidi

di Domenico Pizzuti sj

Il mio amico F., che segue le mie riflessioni sul blog, mi ha sollecitato a scrivere alcune riflessioni sulla tragica vicenda dell’uccisione della ventenne Giulia Cecchettin in un Comune nel veneziano, da parte dell’ex fidanzato Filippo Turetta, che ha destata grande commozione e mobilitazione di cittadini e studenti come commemorazione e presa di coscienza collettiva delle manifestazioni di violenza di genere, di un ennesimo “femminicidio” (105°).

Un fenomeno che riveste i caratteri di “emergenza sociale” nel nostro Paese. E’ utile richiamare che il femminicidio non è un atto isolato, ma ultimo atto di violenza sulle donne. Si è trattato di un un delitto particolarmente efferato e grondante sangue di una giovane donna da parte di ex fidanzato Filippo Turetta, ed il Gip di Venezia che ha compiuto una prima ricostruzione del delitto ha dichiarato che si è trattato di un delitto di “inaudita ferocia” che dimostra la totale incapacità di autocontrollo, sussiste il pericolo che reiteri condotte violente nei confronti altre donne.

L’autopsia del corpo massacrato di Giulia darà ulteriori elementi di conoscenza della tragica vicenda che ha visto come autore Fillippo Turetta definito in famiglia “un bravo ragazzo” secondo la sorella di Giulia che non ha smesso di “gridare” nelle varie manifestazioni di commemorazione della morte violenta della sorella Giulia da parte di ex fidanzato forse “fuori controllo”.

A questo proposito viene in evidenza un aspetto nella pubblica discussione alquanto sotto tono che riguarda il “maschio” come autore di femminicidi, perchè a nostro avviso le misure annunziate del governo riguardano piuttosto la TUTELA delle vittime donne, mentre sono poco elaborate anche nella visione collettiva misure di PREVENZIONE educativa dei maschi a rischio “carnefici” delle vittime, per il potere maschile prevalente nei media, nella società, nelle istituzioni.

Maschio, religioso e anziano, sono il primo a richiederle e farle sviluppare nella società per la protezione e difesa della vita di donne in pericolo. A questo proposito suggeriamo una metodologia educativa leggibile nella ricerca di Giacomo Di Gennaro e Maria Luisa Iavarone, Ragazzi che sparano. Viaggio nella devianza grave minorile, Franco Angeli, Milano 2023, pp. 71-77.

Infine ci ha colpito la dignità dei parenti delle due famiglie, in particolare del papà di Giulia che sui social ha dichiarato: “l’amore vero, non umilia, non picchia, uccide”. Vale anche l’ammonimento del Card. Matteo Zuppi, presidente della CEI: “liberiamoci dell’amore possessivo che distrugge”!

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