Donne vittime e cinismo del potere


Il sacerdozio femminile in una chiesa maschilizzata

Rimane non riconosciuta la possibilità delle donne di accedere a diaconato e sacerdozio, per cui vale a nostro avviso lo stesso ragionamento del celibato sacerdotale, è solo una norma che si può modificare per renderlo eventualmente libero. Nell'intervista a Rai Tg1, Bergoglio ha stoppato la discussione sulle richieste di alcune chiese di un sacerdozio anche femminile affermando che si tratta di un "fatto ministeriale", che va affrontato a questo livello: da parte di chi? 
Qual'è il peso che impedisce di risolvere questo nodo (ministeriale), cioè un blocco al sacerdozio femminile per un credenza ecclesiastica di non ammissibilità che impegna pontefici, vescovi, sacerdoti, secondo la struttura istituzionale della Chiesa cattolica e se si vuole romana con la sua Curia e dicasteri vari? 
Viene in mente un adagio popolare in riferimento al sacerdozio non matrimoniabile: "non sanno quello che si perdono!" E senza paragone, secondo i racconti dell'origine dell'Antico Testamento "maschio e femmina li creò", che forse può valere anche per il sacerdozio cattolico. Meditate gente!


La battaglia civile contro la violenza di genere smentisce la Ministra Roccella

In questo caso della ministra Roccella si tratta realmente di cecità ideologica per allinearsi alla campagna governativa contro la violenza di genere “non siete sole, chiamate 1522”, inaugurata dalla premier Meloni in una nera serata di venerdì 24 novembre davanti a Palazzo Chigi illuminato di rosso.

Per amore di Dio, come si dice, questa delicata e sensibile umanamente materia non si può buttarla in interessata propaganda per cavalcare l’onda di indignazione individuale e collettiva della mobilitazione della società civile nelle piazze delle città italiane. Da questa affermazioni della Ministra per le Pari opportunità emerge un esponente di governo di destra post-fascista che si rivela non in sintonia con il sentimento, valori di vita non negoziabili, aspettattive, di richiesta e difesa si diritti di larghi settori della società civile che si mobilitano all’occasione. 

Abbiamo l’impressione che questa complessa e delicata materia di genere non sia COSA di questo governo, la sua ideologia e programmi da attuare, certo la Ministra per la sua storia non è una “femminista” di battaglia perchè siede negli scranni di Palazzo Chigi “allineata e coperta” con i programmi governativi.
L’eliminazione delle violenze di genere fino al femminicidio è in ogni caso una BATTAGLIA CIVILE che deve continuare, anche facendo rumore per le orecchie di qualcuno, ma deve scendere in profondità per la crescita del riconoscimento, rispetto, protezione, sane affettività per le donne di ciascuno e di tutti.


Non usate Giulia Ceccherin

Il video di venerdì 24 novembre da parte di Giorgia Meloni per lanciare campagna governativa contro violenza di genere in nome di Giulia Ceccherin è una STRUMENTALIZZAZIONE da parte della politica di questa disgrazia che la Meloni aveva attribuito sia alla Schlein sia alla brillante Lilli Gruber di La7, che è l’ultima cosa desiderata per una tragedia che come fenomeno sociale ha connotati profondamente culturali ed antropologici da disvelare e superare, un veleno, una gramigna velenosa della società da estirpare con una diffusa azione educativa dei “maschi” s’intende, secondo papa Francesco. 

Da questo punto di vista riteniamo che il video trasmesso per marcare una presenza nella ondata emotiva della società e trarne visibilità e consenso politico sia oggettivamente OSCENO per trarne vantaggio personale nei confronti del dolore delle famiglie coinvolte in questa tragedia che hanno conservato un composto atteggiamento.


La bocca di Salvini in campagna elettorale permanente

Dopo queste due ultime riflessioni, non possiamo non denunciare le ultime affermazioni di Matteo Salvini che come uomo barbuto e saputo si stracciava le vesti - si fa per dire - per le scene indegne di caos alle stazioni per lo sciopero sacrosanto per la sicurezza della vita da organizzazioni sindacali di base. Non si tratta solo della boccaccia del Ministro Salvini che fa dichiarazioni per umiliare gli avversari secondo la metodologia del populismo di governo, cioè per umiliare ed eliminare le minoranze politiche del momento. 

Certo si tratta di “Campagna elettorale permanente” per aumentare punteggi di adesione a proprio favore, ma anche di “competizione permanente” nei confronti di Giorgia Meloni. Al di là del personaggio, questo “populismo di governo” del premier e del vice premier lombardo per premiare la propria immagine con video e affermazioni varie premianti del momento, e la campagna “comunicativa” permanente dei due, sono la CIFRA di questo attuale governo di destra che “Governa e Comunica” detti e fatti per la propria immagine ai fine di restare al potere, di questo si tratta. 

Rimane, a nostro avviso, evidente che cosa ne pensa l’elettorato che li ha votati ed anche quello che si è astenuto dal voto, ma è invece chiaro che nonostante questa occupazione del potere da parte di partiti di destra-centro, e recenti manifestazioni politiche e sociali esiste e si manifesta il “PLURALISMO” politico ed anche delle espressioni di pensiero che il nostro Presidente Mattarella difende ed assicura.

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