La sibilla "romana" così narra

di Domenico Pizzuti sj

Mi ha stupito l’augurio natalizio di Giorgia Meloni agli italiani in qualità di premier del governo di destra che presiede, più specificamente a coloro che continuano sostenere la sua maggioranza secondo previsioni elettorali, sporgendosi dallo schermo televisivo con una faccia che vorrebbe essere di star televisiva o di “maestrina” degli italiani, fa uscire dalla sua bocca l’augurio natalizio di “serenità ed orgoglio”, sì “orgoglio”. 

Cosa c’entri l’orgoglio in un augurio rivolto alle famiglie è poco chiaro per un anziano cittadino di questo paese, forse la Nostra anche a Natale è tutta presa da una atmosfera politica da lei modellata, con il logo dell’assemblea di Fratelli d’Italia ad Atreju che sui neri sfondi declamava “orgoglio degli italiani” che può significare sia che Fdl è orgoglio degli italiani sia che l’orgoglio è attribuito gli italiani (tutto da dimostrare); inoltre nell’augurio da remoto ai nostri militari all’estero circondata da rappresentanti delle forze armate alle spalle, da generalessa o meglio capo partito affermava, a suo dire, che il 2024 sarà l’anno dell’ “orgoglio nazionale”. Solo per i corpi militari all’estero per missioni di pace o “profeticamente” per l’Italia tutta per chi sa quali miracoli o progressi di là da venire.

Questi auguri, come appello, alla mia memoria richiamano una dimensione “muscolare” del ventennio per l’atmosfera politica in cui sono pronunziati, anche se il significato primo è più semplice secondo l’enciclopedia Vikipedia è: “Il termine orgoglio si riferisce ad un forte senso di autostima e fiducia nelle proprie capacità, unito alla gratificazione conseguente all'affermazione di sé, di un proprio importante risultato, o di quello di un gruppo con cui ci si identifica. L'orgoglio viene anche riferito al rifiutarsi di farsi derubare dei propri meriti - dei propri diritti - o denigrare per i propri difetti. L'orgoglio smodato prende il nome di superbia, mentre un orgoglio immotivato si può ricondurre alla vanità e all'arroganza”. Citazione opportuna per conoscere di che cosa si tratta quando si parla nella comunicazione anche televisiva per non pronunziare parole al vento o fare propaganda surrettizia. Vi pare che l’uomo con lavoro precario, povero, insicuro, la donna che non può realizzare sogni professionali, il giovane laureato che non riesce a conseguire la meta di un lavoro stabile, possano essere italiani “orgogliosi” in queste situazioni.

Ciò che in questa evocazione dell’orgoglio ci interessa di più é che la nostra “Sibilla romana” da premier “sibilla” appunto o evoca concezioni o concetti o se si vuole visioni che hanno non tanto sapore di propaganda del patrimonio politico e culturale del proprio partito ma di “sibillare” appunto, a nostro avviso, da una femminea bocca, aspetti non tanto di una propaganda elettorale continua ma di una NARRAZIONE dell’umano o politico che si vuole diffondere e realizzare nel nostro paese che travalica il ruolo di chi governa, e forse caratterizza per qualche aspetto più uno “stato etico”. Di quale narrazione dell’Italia è portatrice Giorgia Meloni dagli schermi televisivi con la sua bella faccia e bocca per non cadere nel tranello o gioco della comunicazione continua, con un governo “oscurato” come sottolineato in nostro precedente articolo da alcune decisioni non felici del governo sul patto di stabilità e sul Mes.

Occorre allora ridare smalto e visibilità alla narrazione dell’Italia costituzionale, progressista e democratica non solo da parte di un élite che ha avuto ed ha un egemonia culturale da preservare ma coinvolgendo singoli, associazioni, organizzazioni sindacali e sociali per una partecipazione democratica diffusa nella difesa dei soggetti e dei diritti.

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