Il lavoro che arranca

di Domenico Pizzuti sj

Seguendo gli avvenimenti del nostro Paese con il governo di una coalizione di destra-centro al potere che comprende alcuni ministri (anche tecnici) di valore per non fare nomi (in questo giorni il Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso si è distinto per la velocità nella soluzione della intricata vicenda delle acciaierie Ex-Ilva di Taranto), di fronte a vari dossier che nascono dai bisogni ed interessi della società, ci sembra che arranchi dietro i problemi da risolvere. Riguardano soprattutto problematiche che emergono da categorie di lavoratori che protestano nel paese che a nostro avviso non sono comprensibili da una ideologia corporativista e produttivistica del “Lavoro umano”, sì del lavoro umano, da parte della Premier e del partito FdI per dire le cose con il loro nome. 

Da vecchi progressisti e democratici è evidente una mancanza di sentire con il mondo del lavoro, quello che chiamavano senza rimpianti “Mondo operaio” (Per non parlare delle proteste tuttora in corso di gruppi di agricoltori con i trattori (vedi sul nostro Blog “l’Italia Agricola”) all’opera anche oggi per la crescita del Paese in imprese e fabbriche pubbliche e private. Mi sono spesso chiesto che cosa abbia a che fare con il mondo del lavoro la Ministra del lavoro Marina Elvira Calderone che proviene dagli uffici dei consulenti del lavoro della cui associazione era Presidente e chiamata a reggere il suo Ministero riteniamo per un sentire o consentire con i programmi della Premier Giorgia Meloni e del governo che presiede.

A conti fatti è chiaro che la Meloni ed il suo governo non sono “amici” dei soggetti lavorativi del nostro paese e soprattutto degli stranieri all’Ue, perché sono “politici di professione” passati attraverso la partecipazione ai partiti neo-fascisti del secondo dopoguerra (Dal punto di vista storico vedi il saggio di Paolo Macry, La destra italiana. Da Guglielmo Giannini a Giorgia Meloni, Editori Laterza, Bari-Roma 2023). Cari elettori questi sono i politici che avete con il voto mandato al governo, si potrebbe dire è un “Cambiamento all’indietro” per noi democratici e progressisti all’opposizione al governo.

Che l’attuale governo insegua vari dossier aperti riguardanti richieste di lavoratori ed imprese è patente per esempio per quanto riguarda la sicurezza del lavoro in cantieri pubblici e privati (Si riconosce chiaramente che l’86% sono irregolari) specialmente dopo la strage di cinque operai nel cantiere fiorentino franato su otto lavoratori con la perdita della vita di cinque di essi. La sollecita Ministra del lavoro Calderone a seguito di queste vittime annunziando nel Consiglio dei ministri nuove norme su lavoro nero ed appalti Pubblici e privati per la sicurezza dei cantieri lavorativi in una intervista Tv usciva in questa quasi melancolica espressione “Eh, la Prevenzione…”, come dire: poi c’è la Prevenzione da rispettare che evidentemente non è molto praticata con morti quotidiane nei luoghi lavorativi. 

A sua volta poco comprensibilmente il Ministro della Giustizia Nordio proclama che a sua opinione non è configurabile come reato l’omicidio sul lavoro, allora cos’è? Il Ministro della giustizia che è considerato un garantista forse vuole affermare che il problema delle morti sul lavoro non si risolve con stretta di pene, ma certo penalizzando varie irregolarità per esempio in cantieri pubblici e privati e nell’assunzione “a nero” di lavoratori italiani e stranieri.

Il lavoro è “nostro” e quindi come titolava la famosa enciclica di papa Giovanni Paolo II° “Laborem exercens” sul lavoro umano e da umanizzare spetta ai lavoratori ed alle loro organizzazioni preservare la vita e la dignità di ogni attività lavorativa. Preferiamo la dottrina sociale di papa Giovanni Paolo II sul lavoro umano a quella algida e poco amichevole della premier Giorgia Meloni insediata a Palazzo Chigi per gestire un potere governativo che nel mondo anglosassone viene definito un “Civil service”. Così sia!

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