Bari, bonificare e sanare

di Domenico Pizzuti sj

La vicenda del Comune di Bari dove sono stati inviati dal Ministro dell’Interno Piantedosi tre commissari per verifica infiltrazioni mafiose e eventuale scioglimento del Comune barese al termine di queste indagini, merita attenzione per alcuni aspetti che incrociano la lotta politica estremizzata: da una parte la richiesta di rappresentanti dei partiti della Lega e Fratelli d’Italia dopo 100 e più arresti per voto di scambio e traffici illegali (politico-mafiosi) di due noti clan mafiosi Capriati e Diomede, dall’altra la reazione con pubbliche manifestazioni della popolazione a sostegno del Sindaco Decaro con la fascia tricolore sventolante che dichiara di aver sempre combattuto la mafia e quindi avere il sostegno dei cittadini convocati in una pubblica manifestazione in piazza. 

Certo la richiesta invocata da partiti politici dell’attuale maggioranza di governo di destra in ogni caso irritualmente “precorre” i risultati delle indagini inoltrate dal Ministero dell’Interno e acuisce lo scontro politico contro un Comune con un sindaco di estrazione PD alla faccia della legalità e della lotta quotidiana alle organizzazioni criminali evocata dalla premier Giorgia Meloni e quindi secondo una modalità “populistica” tende ad umiliare l’avversario a livello comunale e nazionale per crimini da dimostrare in seguito alle indagini del ministero dell’Interno che sono in corso dopo l’arrivo dei Commissari. 

Facendo fede delle dichiarazioni di estraneità ai traffici dei clan locali da parte del Sindaco Decaro, nello stesso tempo sindaco e cittadini non possono chiudere gli occhi sull’esistenza di clan urbani con nome e cognome come fossero di casa (si fa per dire)e delle infiltrazioni politico-mafiose nelle partecipate del Comune barese da confermare in seguito ad indagini ed arresti da parte delle forze dell’ordine.

Il fatto che sostanzialmente “costituisce reato” è l’esistenza e resistenza di famiglie mafiose locali diremmo clan “urbani ” con i loro traffici politico-mafiosi non così nascosti ed i tentativi di infiltrazioni nella vita e nelle partecipate comunali, una corruzione e devastazione del tessuto politico ed amministrativo che interroga tutti i cittadini e non solo i loro rappresentanti che non possono essere solo colpiti per umiliare l’avversario, quando il vero obiettivo è il contrasto efficace delle famiglie mafiose e dei clan noti “sotto casa”, abbandonando indifferenza e eventuali commistioni in traffici illegali a livello amministrativo e politico. 

C’è, a nostro avviso, in ogni caso un tessuto sociale e culturale da bonificare e sanare per il bene comune della collettività cittadina, che non può essere oggetto di una sorta di “tiro a segno” da parte di una maggioranza di governo di destra, senza ignorare che questo agire mafioso non é estraneo all’obiettivo di “acquisizione” diffuso.

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