La messa è sbiadita

di Domenico Pizzuti sj



Ad una lunga serie di pubblicazioni nel campo della Sociologia della religione degli ultimi due decenni, Luca Diotallevi, Professore di Sociologia presso l’Università Roma TRE, ha aggiunto un interessante libretto dal titolo La Messa è sbiadita. La partecipazione ai riti religiosi in Italia dal 1993 al 2019, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (Catanzaro), 2024, pp. 120, riguardante un rito religioso della chiesa cattolica, su cui la Sociologia della Religione si è esercitata fin dal secondo dopoguerra non solo in Italia.

L’Autore chiarisce che i dati finora disponibili per questa elaborazione sono i valori relativi alla partecipazione ai riti religiosi della grande rilevazione annuale dell’ISTAT (Aspetti della vita quotidiana) per gli anni dal 2015 al 2021 i quali mostrano che il declino già in atto è proseguito nel 2020 e 2021 e non è stato rilevato alcun cambiamento significativo rispetto al trend degli anni precedenti. Non manca però di osservare che "il massiccio ricorso alle nuove tecnologie potrebbe, anche in Italia aver trasformato non poche le liturgie. Anche in questo caso, tuttavia, non abbiamo notizie su vasta scala" (Ib.,p.6). 

La questione centrale di queste elaborazioni è: cosa è successo alla partecipazione ai riti religiosi in Italia dal 1993 al 2019. Per quanto riguarda l’oggetto di studio, non si tratta di rito in generale né di rito religioso in generale, ma di partecipazione a riti religiosi altamente istituzionalizzati anche centralizzati (PRRAI): le sue dimensioni quantitative, la sua composizione, il variare delle une e delle altre nel tempo. Un chiarimento importante per quanto riguarda il significato sistemico di PRRAI che l’A. riprende nel cap.3 riguardante “Elementi e fattori di contesto".

Il declino di PRRAI nel quadro delle trasformazioni del cattolicesimo italiano” (Ib., pp. 67-83), cioè la considerazione del rito per il sistema religioso come medium ( o mezzo di comunicazione simbolicamente generalizzato) specializzato per la comunicazione religiosa e solo per questo tipo di comuniazione ed “in alcune fasi storiche ed in alcuni contesti sociali è stato ed è così”. Per quanto di riferisce all’attuale momento storico, secondo l’A. molto cambia se in una società a modernizzazione avanzata funziona con successo o invece non funziona un medium religioso specifico e se si dà un sottosistema religioso specializzato e funzionalmente differenziato di un certo tipo oppure no, secondo la nota teoria Luhmaniana.

Chiarito l’oggetto di questa studio sociologico dei riti religiosi altamente istituzionalizzati ed anche centralizzati della religione cattolica predominante nel nostro paese, l’A. si rende conto di quanto sia importante studiare una cosa che è fuori dello studio sociologico, cioè "la forma reale nei quali i riti di cui qui si tratta vengono celebrati. Facendolo, magari potremmo scoprire che un numero crescente di messe è ormai simile a riti sciamantici o a spettacoli e performances offerti da grandi o piccole religious celebrites, potremmo anche scoprire che anche in Italia i riti liturgici stanno mutando registro, e dunque tipo, cedendo a informalità e improvvisazioni" (p. 10). 

Dagli approfondimenti compiuti dall’A., risulta che per note ragioni storiche in Italia in larga misura la partecipazione alla Messa non solo è in drastico calo ma si potrebbe dire anche “sbiadendo” come se la grossa “macchia” della partecipazione religiosa perdesse progressivamente di colore. Nel senso che anche nella quota di PRRAI sta progressivamente perdendo di intensità e di rilevanza sociale, e quindi può essere trattata come una perdita di intensità del religioso all’interno e non solo all’esterno della organized o churched religion. Una sorta di “religione a bassa intensità”.

Il testo comprende una prima parte in due capitoli dedicata ad una analisi accurata dei dati statistici rilevata dall’indagine nazionale menzionata riguardanti sia la partecipazione ai riti religiosi in italia tra il 1993 ed il 2019, che mostrano come a fine periodo la perdita registrata è di poco superiore ad un terzo del valore iniziale (il declino è drastico e costante nel tempo). Un secondo capitolo alla partecipazione ai riti religiosi come <causa> e come <effetto> tra il ‘93 e ‘19 che tra l’altro evidenziano un dato considerato scontato, perchè invece “il cumularsi di età e sesso: donne anziane una maggioranza in esaurimento” (Ib., p. 49). 

Il terzo capitolo più stringato ma di più facile lettura per un lettore acculturato riguarda elementi e fattori di contesto “Il declino di PRRAI nel quadro delle trasformazioni del cattolicesimo italiano che fa riferimento al funzionamento di un global religious system con l’affermarsi di un “pluralismo religioso” e dei problemi che comporta (insieme a non poche opportunità) che costituisce una priorità o una sfida per le istituzioni religiose, nonchè politiche, di cui ad un precedente intervento.

Dato il carattere di ricerca sociologica, vale quanto l’A. osserva nelle conclusioni che lo scopo di questa elaborazione sociologica è anche quello di “offrire un modo per accedere in poco tempo un quadro realistico della situazione alla quale si è prestata attenzione” (ib., p. 85).

Non ultimo pregio del volume è l’ampia bibliografia sulla materia in cui sono prevalenti titoli della letteratura anglosassone, in cui ormai per una circolazione internazionale dei risultati anche i sociologi italiani della religione presentano i risultati delle loro ricerche con questa lingua.

Commenti

Più letti