L'ignoranza del pluralismo religioso

di Domenico Pizzuti sj

Le polemiche che hanno accompagnato la festività della fine del Ramadan, in particolare per la chiusura delle scuole a Pioltello nel milanese per decisione del Consiglio scolastico, non approvata dal Ministro dell’istruzione e del merito vergognosamente corrivo di uscite del vicepremier Matteo Salvini, sono un’espressione di una patente e voluta ignoranza culturale della realtà religiosa in cambiamento anche nel nostro paese per difesa di ideologie securitarie e di difesa dei confini nazionali da ipotetiche invasioni di migranti e rifugiati. 

Cioè del pluralismo religioso anche nel nostro paese, non solo per la presenza e condivisione di altre “fedi” da parte di comunità di extracomunitari, migranti e rifugiati, che colorano il nostro paese, in sostanza per l’affermarsi di altre religioni che celebrano talora ii loro riti in appartamenti e scantinati che provvedimenti insani della maggioranza parlamentare di destra al governo vorrebbero ulteriormente limitare. E’ un caso evidente di ignoranza delle realtà religiosa in cambiamento e di visioni di corta veduta da parte di politici che vorrebbero governare il nostro paese, cioè di ignoranza culturale nel campo delle religioni anche per l’affermarsi di una leadership religiosa da parte di Papa Francesco non solo nazionale ma mondiale.

Gli studi di sociologia delle religioni negli ultimi decenni hanno messo in evidenza il fenomeno del “pluralismo religioso” ignorato e bypassato dai nostri attuali governanti di partiti di destra per cecità sulla realtà in cambiamento a difesa di ideologie securitarie e difensive di confini che si porta anche dosi di inumanità nei confronti di migranti e rifugiati rispediti in altri territori da quelli di sbarco. Il riferimento scientifico è allo studio scientifico recente di un sociologo della religione di fama mondiale Peter L. Berger, I molti altari della modernità.

Le religioni al tempo del puralismo, Emi Bologna, 2017, l’edizione inglese nel sottotitolo precisa l’intenzione dello studioso americano: “Verso un paradigma per le religioni in un epoca di pluralismO” Berger è riconosciuto come autorità mondiale in materia di modernità e religioni. La sua tesi è che "Il pluralismo religioso è la sfida di gran lunga maggiore per tutte le tradizioni e comunità religiose del nostro tempo". Riportiamo breve sintesi di questo importante volume di ricerca sul pluralismo religioso a livello mondiale.

La nostra epoca è segnata dal forte ritorno delle religioni nello spazio pubblico. La teoria della secolarizzazione («più» modernità = «meno» fede) si è rivelata errata.
Berger, un tempo sostenitore di quel paradigma, non ha timore ad ammettere lo sbaglio: l’osservazione della realtà lo porta ad affermare che oggi non viviamo in un’età secolare ma in quella del pluralismo. Le fedi sono compresenti a livello planetario: gli Hare Krishna ballano davanti alle cattedrali gotiche d’Europa, il cristianesimo si diffonde nella Cina confuciana, l’America Latina (un tempo uniformemente cattolica) vive un’esplosione di presenza protestante, la regina Elisabetta si proclama «difensore di tutte le fedi nel Regno Unito». Al contempo i credenti sono immersi nella propria epoca vivendo in prima persona il pluralismo in quanto persone sia religiose sia secolari. Ma cosa significa il fatto che il pluralismo è il paradigma della condizione spirituale moderna? In che modo le istituzioni religiose ne vengono condizionate? Cosa succede alla fede in questo contesto? Questo libro risponde con lucidità a tali domande. Berger intreccia un’impareggiabile competenza accademica con la sapida capacità di indagare i fatti propria dell’uomo curioso di capire”.

Per l’Italia ci si può riferire alla ricerca del sociologo delle religioni padovano Enzo Pace (a cura di), “Le religioni nell’Italia che cambia”, Carocci, Roma 2013.

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