Destra. Estrema.

di Domenico Pizzuti sj

Nelle discussioni a livello internazionale, come nell’evento del G7 in Puglia 13-15 giugno, e a Bruxelles del Consiglio Ue 17 giugno per l’approvazione dei top jobs della Ue dopo le elezioni europee 6/9 giugno 2024, hanno fatto parte dichiarazioni di leader politici sulle destre italiane come quelle del Cancelliere Olaf Sholz sulla Meloni come espressione di una destra e “destra estrema” secondo un linguaggio riferito al partito di destra estrema in Germania ed anche ieri a Bruxelles e da leader popolari e socialisti si è esorcizzato il sostegno della destra alla nuova Commissione da costituire con un intesa da parte dei rappresentanti dei 27 Stati facenti parte del Consiglio Ue.

Nello stesso tempo il Ministro degli esteri italiano Tajani ha sostenuto che occorre “aprire” anche ai conservatori europei, che nel Parlamento europeo hanno un gruppo politico “Conservatori e riformisti europei” (Cre in sigla) che attualmente conta 69 deputati (attualmente è diventato il terzo gruppo politico nel Parlamento europeo) e di cui è presidente Giorgia Meloni cofondatrice e presidente del partito Fratelli d’Italia. Non è solo una questione di linguaggio per denominare partiti, movimenti e gruppi politici nei diversi Stati europei che non abbia conseguenze nell’arena politica italiana ed internazionale: è infatti mezzo per discernere le famiglie politiche della Ue secondo alcuni leader politici del Partito popolare e dei socialdemocratici germanici che così nelle trattative per gli incarichi di vertici mettono un veto al sostegno della “destra” alla Commissione Eu.

E’ opportuna qualche chiarificazione non solo di linguaggio sulla “destra italiana” del partito politico Fratelli d’Italia di cui è leader Giorgia Meloni, attuale Premier del Governo italiano. Secondo la ricerca recente politologica di Salvatore Vassallo Rinaldo Vignati, Fratelli di Giorgia, Il partito della destra nazional-conservatrice, Il Mulino, Bologna 2023, (una ricostruzione della fondazione e crescita del partito Fdi, della sua struttura organizzativa, del suo profilo ideologico, del network internazionale, della comunicazione ed elettorato), terzo partito della Fiamma (dopo Msi ed An) e che rappresenta secondo gli Autori << la prima compiuta realizzazione della destra italiana di dar vita a un partito nazional-conservatore, inserito a pieno titolo nel sistema democratico, capace di rappresentare un elettorato più ampio rispetto alla comunità degli sconfitti e ai custodi della nostalgia che avevano fondato il Msi>> (Ib., p.9), che viene ripreso nel sottotitolo del volume come “destra nazional-conservatrice”.

Riguardo invece il conservatorismo e nazionalismo si osserva che <<Conservazione dell’identità e dell’interesse nazionali sono invece i cardini, tra loro strettamente intrecciati del codice politico-culturale (o meglio della narrazione politica) di Fdi dal momento in cui (dal 2014) è diventato il partito di Giorgia Meloni e della terza generazione della Fiamma>> (Ib. p. 142). La Nazione da difendere è intesa in senso etnoculturale, come una comunità basata sull’identità di lingua , storia, tradizioni. Le Nazioni intese come comunità culturalmente omogenee, dentro le quali si è depositato nel corso dei secoli un insieme di valori, tradizioni, interessi condivisi.

A nessuno sfugge che questa considerazione della destra italia e di Fratelli d’Italia da parte importanti leader europei è certo influenzata dalla preoccupazione per crescita di consensi a partiti politici di estrema destra nei loro paesi che porta a stabilire confini se non discriminazioni nei confronti di gruppi politici di destra e destra estrema nei diversi paesi (La premier italiana finora non è entrata nella maggioranza Ursula della Ue). Per contraddizione è accaduto che a Bruxelles la conclamata vittoria personale di Giorgia Meloni nelle elezioni europee con un bottino di voti ha avuto una ricaduta discriminante a Bruxelles, anche se secondo notizie trapelate dalla “regina” Ursula von der Leyen un Commissario non si nega a nessuno, rammentando se non altro che l’Italia è stata uno dei paesi fondatori della Ue.

Forse è urgente nel dibattito politico sulle destre italiane ma non solo cambiare linguaggio per adeguarlo alla realtà nei diversi paesi, anche se questo non significa “normalizzare” le destre italiane per la bella faccia di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

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