Una morta brutale, una destra NON sociale

di Domenico Pizzuti sj

Al di là del giusto tono duro di questa negazione della dignità umana di un bracciante, abbandonato sanguinante sulla soglia della precaria abitazione, che evidenzia un misconoscimento della nostra civiltà occidentale, occorre anche sottolineare che tale conclamata condanna di un comportamento brutale da punire, che ci richiama una legalità repressiva come nella repressione del rave party all'inizio del governo Meloni, avviene al seguito della scoperta dello sfruttamento e del fenomeno del caporalato, per una inumana vicenda di sangue e morte.

Si tratta certo di una reazione verbale dura della Meloni e della Ministra del lavoro, a seguito dei fatti, ambigua ed ipocrita per "apparare la faccia" come si dice a Napoli, di fronte all'opinione pubblica nazionale e al Consiglio della Ue, in cui si discute delle nomine non solo apicali a Bruxelles.

Certo in questi due anni di governo Meloni non si è manifestato un vero sentire con il mondo del lavoro, se si guarda alla faccia della Ministra del lavoro, proveniente dalla presidenza di un'organizzazione di categoria (consulenti del lavoro) al servizio delle politiche della premier Meloni, e non certo di attivismo sindacale.

Si evidenzia a nostro avviso una DESTRA NON SOCIALE che non è in sintonia con i problemi e le tragedie dei lavoratori, sedendo a Palazzo Chigi.

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