Il carro del vincitore
di Domenico Pizzuti sj
Abbiamo ascoltato sugli schermi TV uno strano ragionamento della premier Giorgia Meloni (che strano non è) secondo la quale nella questione dei DAZI negli scambi commerciali con gli USA di Trump II, non occorre procedere a scontri di sorta ma negoziare la percentuale ventilata dal neo Presidente USA.
In materia per chiarimenti, a nostro avviso, ha competenza il Ministro dell’economia e finanze dell’attuale governo il prudente Giorgetti, che non penso amerebbe troppo i dazi annunciati sui prodotti della nostra economia anche se mitigati in riferimento ad altri Stati. I dazi da USA per gli scambi commerciali con l’Italia della piacente a Donald Trump Giorgia Meloni non sono una “carezza” che non si respinge ma una imposizione che Trump senza giri di parole servono ad “arricchire” la nazione americana (sic!).
Occorre forse evidenziare che nei rapporti tra neo-presidente Trump e la compiacente Giorgia Meloni secondo l’editorialista Marco Gervasoni di Huff Post (26 gennaio 2025): “Gli “amici di Trump potranno essere spietati dittatori oppure liberal-democratici (...) l’importante è che essi assecondino la sua logica neoimperiale. Sostiene leader amici in quanto ubbidienti ai suoi ordini”.
Non a caso nel rapporto tra Trump II e la Meloni ma non solo (rapporto di amicizia e fedeltà) si configura secondo l’editorialista “L’IMPERO DEI VASSALLI” che comprende anche altri leader europei. E’ un orientamento solo personale della Meloni quando volteggia nei corridoi delle istituzioni di paesi stranieri, o del suo governo, non certo della nazione italia, ma va discusso e convalidato nelle nostre sedi istituzionali, perché non può la “piccola italiana di Palazzo Chigi” pensare e decidere in libertà quando agisce in rapporti internazionali.
C’è anche un Ministro degli esteri Antonio Tajani che mi auguro non sia un “vassallo”, forse si tratta solo un arrembante Meloni in cerca di ribalta e consenso all’estero. La Meloni è così riuscita a piazzarsi bene nell’ establishment internazionale per una ragione secondo l’editorialista Huff Post Angela Mauro: la REAL POLITIK che ha sempre portato bene a chi la praticava, piegandola a destra.
Alla nostra riflessione questa polarizzazione della piccola italiana a Palazzo Chigi verso le èlite economico-finanziare del mondo statunitense può significare il superamento del programma cultural-politico di FdI: DIO, PATRIA, FAMIGLIA (valevole solo per l’Italia) e accogliere il mondo vincente di RICCHEZZA E POTENZA di queste élite che strabordano da un economia tecno-industriale evocato dal passato Presidente USA Joe Biden. Forse più semplicemente la arrembante Meloni è saltata sul carro del vincitore d’oltre Atlantico.
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