La Giorgia di fuori

di Domenico Pizzuti sj

Giorgia Meloni all’estero nelle occasioni internazionali sembra un’altra, perchè volteggia tra incontri personali in varie sedi estere (prova ne siano gli incontri a Washington all’Inauguration day, che ha visto la Giorgia in amichevole conversazione tra altri con il magnate USA Elon Musk), gira come una trottolina su stessa nei corridoi istituzionali, è premier del governo italiano all’estero o portatrice di una POLITICA PERSONALE, di un suo gioco con un mandato o meno esplicito del suo governo. 

Esibisce una libertà d’azione come appare nella ricerca dei leader e rappresentanti di paesi esteri da incontrare (quasi sempre non è accompagnata dal ministro degli esteri Antonio Tajani perchè deve apparire solo Lei a parlare e trattare), approfitta della sua rappresentanza dell’Italia per esibirsi e cercare visibilità personale. Forse si configura una POLITICA ALLA RIBALTA. 

Certo manifesta una capacità relazionale che non è dovuta solo alla sua femminilità non esibita se non nei vestiti secondo la moda italiana che la distingue. In proposito Il nuovo Presidente USA ha dichiarato che la “La Giorgia Meloni mi piace molto”, per affinità politiche cioè delle politiche messe in atto dal neo Presidente o della capacità rendersi accettevole o capacità relazionali, nello stesso istante il Presidente Trump manifesta apertura sulla questione dazi sui prodotti italiani che certo la Meloni gli avrà sottoposto. 

E’ una questione che deve essere affrontata in sede Eu e non nel ricorso personale al nuovo Presidente degli Stati Uniti che distribuisce dazi alle imprese che non lavorano in America, secondo una moda italiana di ricerca del potente e forte.

Sul versante orientale l’Orso sovietico, il Ministro degli esteri russo Lavrov senza tanti giri di parole dichiara da questa frontiera orientale che Giorgia Meloni non può partecipare alle trattative di pace nel conflitto con l’Ucraina perchè ha sostenuto il regime neo nazista di Zelensky. Questo VETO ingiustificato non ha una reale efficacia se non in corso di vere trattative di pace a cui partecipino anche l’Europa e l’Ucraina, è la risultante della predicazione pubblica della Meloni che l’Italia sosteneva a 360° l’Ucraina nella resistenza contro l’aggressione del Presidente russo Putin, è una moneta di ritorno da Mosca. Ci brucia che dal Ministro degli esteri russo l’Italia sia caratterizzata come “antirussi”. Una foto posta in un post dall’ultra presidente populista dell’Argentina afferma a sua volta che “Non sono solo, sono con me Trump, Musk, Meloni”, a cui non sono seguite smentite.

Al di là della “Politica della Ribalta” della piccola italiana per la propria visibilità all’estero ed in Italia, questi recenti approcci ed accompagnamenti delineano nuovi collocazioni in politica estera ma non solo che a quanto costa non sono stati legittimati dal Governo e/o dal Parlamento: è cambiata forse la collocazione del Partito Fratelli d’Italia “nazional-conservatore” all’estero ed in Italia, per non essere al seguito del neo Presidente USA Trump cioè vassalli di Trump finchè si è d’accordo con le sue discutibili politiche a furia di decreti attuativi.

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