Gesuiti, il doppio taglio del fare comunità
di Domenico Pizzuti sj
Durante la celebrazione della Messa comunitaria di ieri sera, nelle intenzioni libere di preghiera ho elevato una preghiera per la salute della provincia Euromediterranea (comprende Italia, Albania, Romania, Malta) sotto la guida affettuosa ed amichevole del Provinciale Alessio Ronny S.J. che dal 4 novembre 2024 ha assunto questo incarico secondo direttive del Superiore Generale P. Arturo Sosa S.J. (vedi il libretto, Inviati a collaborare alla riconciliazione di tutte le cose in Cristo, De Statu Societatis Iesu 2023).
Non ho la pretesa di analizzare lo Statu della Compagnia di Gesù nella Provincia Euromediterranea, che comprende quattro territori anche per il mio stato attuale in una efficiente infermeria di Provincia per cure sanitarie, ma solo qualche percezione da una posizione distaccata avendo a cuore la missione apostolica non solo nei quattro territori (vedi Rivista GESUITI. La Compagnia di Gesù nel mondo 2025 - Con i migranti - in cerca della pace).
Al di là dell’adeguamento del sistema di governance della curia provinciale, che - a nostro avviso - non può essere centrale per la missione apostolica della Compagnia di Gesù non solo nei quattro territori, abbiamo la percezione di un certo “comunitarismo”, cioè nella vita dei gesuiti la centralità della “Comunità” e dei suoi membri che accoglie e conserva, cioè un aspetto familiare e si direbbe “materno” e familiare in funzione dell’ attività apostolica dei suoi membri. “Una comunità in uscita” sul territorio circostante e per l’apertura alla Cultura con cui confrontarsi per non ammuffire e umanizzarla a valori umani fondamentali a partire dalla dignità intoccabile della persona umana al di là di etnie e generi.
La “Comunità” può anche rinchiudere e soddisfare, così pure piccoli gruppi (giovanili o meno) o amicali per il carattere universale del Corpo apostolico della Compagnia di Gesù a cui aderiamo ed apparteniamo, che non ha frontiere come ci ricorda la storia delle “Missioni apostoliche” nei vari continenti. Devo notare, secondo queste osservazioni, che si percepisce come una sorta di soddisfazione per questo modo di vita comunitario e apostolico che non lancia su altre frontiere apostoliche, sociali e culturali.
Sulla crisi climatica sono stati accolti e diffusi gli ultimi documenti di Papa Francesco e che riguardano la quarta delle Preferenze Apostoliche “La cura della nostra casa comune”, che dovrebbe essere maggiormente discussa ed approfondita nei nostri discorsi ed attività apostoliche, sociali e culturali, Per non essere gesuiti “d’antan”, ed attenti alla sfide sociali, culturali, religiose del nostro tempo.
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